
taxisti di notte ● night on earth
un film di Jim Jarmusch
con Winona Ryder, Gena Rowlands, Paolo Bonacelli,
Roberto Benigni, Béatrice Dalle
sceneggiatura: Jim Jarmusch ● Fotografia: Frederick Elmes
Montaggio: Jay Rabinowitz ● Musica: Tom Waits
produzione: Victor Company of Japan (JVC), Victor Musical Industries, Pyramide
distribuzione: Movies Inspired
Stati Uniti, Giappone, 1992 ● 129 minuti
v.o. inglese, francese, finlandese, italiano, tedesco sottotitolata in italiano

Torna in versione restaurata grazie a Movies Inspired il bellissimo e toccante sguardo di Jarmusch sulla desolazione luminosa delle metropoli notturne.
Ideato come una sequenza di cinque differenti vicende che si intrecciano simultaneamente, il film si snoda attraverso tre continenti e relativi idiomi. Ogni storia converge sul fugace incontro tra un tassista e il suo cliente nel corso della notte e sul rapporto, limitato nel tempo e nello spazio ma non per questo meno sincero, che ne scaturisce. Il film comincia a Los Angeles proprio nel momento in cui svaniscono le ultime luci del giorno, per poi trasferirsi nel cuore della notte di New York, Parigi, Roma, con Roberto Benigni, ed infine Helsinki dove, mentre l’ultimo episodio va a concludersi, il sole sorge di nuovo e la fredda oscurità invernale si disperde al chiarore dell’alba.
«In Taxisti di notte il regista ci accompagna nei veicoli, dunque nella quotidianità, dei suoi personaggi, accentuando a seconda dell’episodio il lato comico (portato ai massimi livelli con l’interpretazione di Benigni) o quello drammatico (predominante nell’episodio finale di Helsinki), ma senza tralasciare di mostrarci il mondo notturno che scorre fuori dal finestrino: la mole alienante delle metropoli americane, così come la caotica viabilità romana o le gelide strade finlandesi, hanno una loro importanza e a momenti sembrano quasi riflettere lo stato d’animo dei cinque protagonisti, figure emarginate ma, più di molti altri, a contatto con la realtà della città e dei suoi abitanti. Jarmusch si conferma dunque poeta dell’emarginazione, titolo meritato sin dalle prime opere (Stranger than paradise, Daunbailò) oggi considerate tra i più originali esempi della produzione indipendente americana: i suoi cinque personaggi sono lo specchio di una contemporaneità non pienamente sana, epoca vittima dell’incertezza (si pensi alla giovane tassista di Los Angeles), di discriminazioni (oggetto principale dell’episodio parigino) e di un’ignoranza capace di creare grandi distanze tra gli individui (evidente nell’episodio newyorkese nel quale cultura americana e europea entrano in contatto creando situazioni comiche). Un filo di amarezza che, dopo il nostalgico Mystery train, ancora attraversa le movimentate notti di Jarmusch.» (Michele Bellantuono, cinema.labottegadihamlin.it)