TETSUO: THE IRON MAN

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TETSUO: THE IRON MAN

un film di Shin’ya Tsukamoto
con Tomorowo Taguchi, Shinya Tsukamoto, Kei Fujiwara,
Nobu Kanaoka, Renji Ishibashi, Naomasa Musaka
sceneggiatura: Shinya Tsukamoto ● fotografia: Kei Fujiwara, Shinya Tsukamoto
montaggio: Shin’ya Tsukamoto ● musiche: Chu Ishikawa
produzione: K2 Spirit, Kaijyu Theater
distribuzione: Cat People
Giappone, 1988 ● 67 minuti

v.o. giapponese con sottotitoli in italiano

la proiezione di sabato 26 aprile è annullata in occasione
delle esequie di Papa Francesco. abbiamo deciso di farlo per rispetto nei confronti della comunità
di parrocchiani e del parroco che con grande disponibilità ci affitta il cinema,
permettendoci di fare il nostro lavoro in libertà.
la proiezione verrà recuperata in data da stabilire.

Opera prima delirante e dalla forza propulsiva esasperata, Tetsuo è in realtà un punto d’arrivo per Tsukamoto, che qui vi condensa anni di teatro e cortometraggi. Manifesto del cyberpunk e del body horror, ma in primis di tutto ciò che può e deve essere il cinema, Tetsuo è un abisso furioso, una creatura la cui semplice esistenza è in grado di commuovere

sabato 26 Aprile
12:30

Un uomo, dopo aver causato un incidente automobilistico, inizia a subire una terrificante mutazione in una creatura biomeccanica, fondendosi con il metallo e altre componenti. Man mano che la metamorfosi avanza inarrestabile, la sua stessa identità si dissolve in una spirale di violenza e delirio in cui diventa impossibile distinguere la realtà dal sogno e la rabbia dall’allucinazione.

«Ritengo che Tetsuo sia ancora molto attuale, che non sia invecchiato per niente. All’epoca in cui lo girai non pensavo affatto che avrebbe superato la prova del tempo… non era tra i miei obiettivi… ed è vero che è piuttosto radicato nel contesto sociale degli anni ’80, ma quando lo rivedo oggi tutto sommato mi pare che abbia ancora un impatto analogo a quello che ebbe tre decadi fa.» (Shinya Tsukamoto)

«Tetsuo, delirante scoria sci-fi in odore di paranoia, attinge a piene mani tanto dall’universo del videoclip quanto da quello dei videogiochi, ma ne nega in continuazione l’essenza primigenia: i “responsabili” della crisi del cinema che attanagliò l’industria giapponese dagli anni Settanta in poi, televisione e videogame, utilizzati a uso e consumo di un cinema d’avanguardia, che non nega la narrazione ma la gestisce come atto di continua trasformazione dei corpi in scena. La putrefazione come unico sintomo di un’umanità oramai sconfitta, imbarbarita, persa in una megalopoli che non può più accettare l’umano in quanto tale, ma deve deformarlo, relegarlo a meccanismo, robotizzarlo.» (Raffaele Meale, quinlan.it)