The Dreamers – dall’8 gennaio

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The Dreamers
I sognatori

un film di Bernardo Bertolucci
con Michael Pitt, Eva Green, Louis Garrel
sceneggiatura: Gilbert Adair, Bernardo Bertolucci ● fotografia: Fabio Cianchetti
montaggio: Jacopo Quadri ● musiche:
produzione: Recorded Picture Company Ltd, Peninsula Film, Fiction Film, Medusa Film
distribuzione: Cineteca di Bologna
Gran Bretagna, Francia, Italia, 2003 ● 115 minuti

v.o. francese, inglese con sottotitoli in italiano

Struggente ritratto di giovinezza cinefila firmato da Bernardo Bertolucci sullo sfondo della Parigi sessantottina. Tre ventenni, voraci di film e di vita, imparano ad amare seguendo l’esempio dei grandi capolavori della storia del cinema. Un’ educazione sentimentale e un grande omaggio al cinema e all’epoca dei cineclub.

Rimasti soli a Parigi mentre i genitori sono in vacanza, Isabelle e suo fratello Theo invitano nel loro appartamento Matthew, un giovane americano incontrato alla Cinémathéque. I tre ragazzi si chiudono in casa stabilendo delle regole di comportamento e arrivano a una conoscenza reciproca, dopo aver esplorato emozioni, erotismo, in un crescendo di giochi mentali sempre più estremi.

«Noi dicevamo spesso che avremmo voluto dare una macchina da presa a chiunque. Io lo penso ancora, così ognuno potrebbe raccontare il proprio, di Sessantotto. […] Il film è diretto più ai giovani, che allora non c’erano. Vorrei avere una macchina del tempo per poterli condurre in quell’epoca. Io non sono interessato ai film prettamente storici, non avevo intenzione di fare un docudrama: volevo, piuttosto, dare vita a un contagio e dire ai ragazzi di oggi che, se era giusto ribellarsi allora, lo è anche adesso. Nel film, la politica viene dopo la libertà e il sesso perché il ’68 non era solo politica. […] Prima di tutto, nel ’68 c’erano tante emozioni: un mix di cinema, sesso, rock’n’roll, le prime canne e poi, ovviamente, la politica.» (Bernardo Bertolucci)

«L’approccio ai temi di fondo potrà sembrare a tratti ingenuo, anche un po’ semplicistico, ma d’altro canto, la spregiudicatezza di Bertolucci nel rendere l’iniziazione sessuale dei tre giovani, i loro slanci, i loro dubbi su quanto va accadendo fuori dalle quattro mura borghesi che racchiudono il sottile gioco di relazioni che li impiglia, è sintomo di una vena sincera, di un amore autentico per le storie rappresentate, per i personaggi che le animano. Questa sincerità, questa schiettezza quasi candida da parte di un maestro che dal cinema ha avuto tutto è ciò che ci fa essere contenti del ritorno sugli schermi del regista padano, quanto rende The dreamers un film da vedere. Un’opera che sarà legittimo amare, anche moltissimo.» (Luca Pacilio, gli spietati)