
THE SHROUDS
un film di David Croneneberg
con Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce
sceneggiatura: David Cronenberg ● fotografia: Douglas Koch
montaggio: Christopher Donaldson ● musiche: Howard Shore
produzione: SBS Productions, Prospero Pictures, Saint Laurent
distribuzione: Europictures
Francia, Canada, 2024 ● 119 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
2024, Cannes: concorso

con The Shrouds David Cronenberg ritorna sui luoghi del suo cinema: il corpo, le sue mutazioni, la tecnologia e l’ossessione. un film estremamente personale sul lutto e la necessità di lasciare andare in concorso al Festival di Cannes 2024.
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L’ultimo capolavoro di David Cronenberg con Vincent Cassel nei panni di Karsh, un imprenditore rimasto vedovo che inventa una tecnologia in grado di permettere ai vivi di osservare in tempo reale i propri cari estinti decomporsi all’interno delle loro bare. Una notte, vengono profanate molte tombe, tra cui quella della defunta moglie di Karsh, che si vuole mettere sulle tracce dei responsabili e che lo porteranno ad intrecciare realtà e finzione.
«per me è un film molto realistico. Non è affatto fantastico. Potrebbe essere il prossimo futuro. Ora ci sono io, ma c’è anche Karsh. E lui non è veramente me. Non sono un uomo d’affari. Non possiedo un ristorante. Non possiedo un cimitero. Quindi non direi che è comodo. Ma è un approccio filosofico alla vita. Per citare Crimes of the Future, il corpo è realtà. Sono ateo, non credo nell’aldilà. Quindi come affronto la vita dopo la morte, la morte di mia moglie? E poi il resto è invenzione. Quando si crea un film c’è sempre un po’ di gioco.» (David Cronenberg)
«Con una texture elegante, controllatissima, Cronenberg si avventura nel caos del lutto, che è per primo il suo – la perdita della moglie Carolyn alcuni anni fa; e ne esplora i processi, le ansie, le paure, il desiderio che in questi corpi feriti si risveglia in una sessualità lancinante – come era in Crash riferimento esplicito più volte citato. Toccarsi contro la distanza di un digitale che mostra la morte al lavoro, cercando la promessa eterna – mito romantico di un Orfeo con Euridice – di vincere il tempo, di controllare con la visione ciò che rimane invisibile del corpo stesso, i suoi interni rosi progressivamente nell’ «altra parte». (…) The Shrouds è un film raggelato, quasi una commedia dell’assurdo, attraversata da una impossibile tenerezza. Ciò che si perde, ciò che si è perduto, ciò che si deve lasciare andare.» (Cristina Piccino, Il Manifesto)