TRE COLORI – FILM BLU

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TRE COLORI – FILM BLU
TROIS COULEURS – FILM BLEU

un film di Krzysztof Kieślowski
con Juliette Binoche, Benoît Régent, Florence Pernel
sceneggiatura: Krzysztof Piesiewicz, Krzysztof Kieślowski ● fotografia: Slawomir Idziak
montaggio: Jacques Witta ● musiche: Zbigniew Preisner
produzione: MK2 Productions
distribuzione: Cineteca di Bologna
Francia, Polonia, Svizzera, 1993 ● 94 minuti

v.o. francese con sottotitoli in italiano

1993 Festival di Venezia: Leone d’Oro per il miglior film,
Coppa Volpi per la miglior attrice protagonista

Il primo capitolo della trilogia che Kieslowski ha dedicato ai colori della bandiera francese e ai valori della Rivoluzione Francese: libertà, uguaglianza, fraternità. Questo è il film della libertà: una via crucis esistenziale di iperbolica potenza, immersione emotiva nelle piaghe del dolore e dello smarrimento in cui ogni singola inquadratura ha un valore preciso e necessario.

sabato 23 Settembre
19:30

lunedì 25 Settembre
13:10

martedì 26 Settembre
16:10

Parigi. Julie, moglie del celebre compositore Patrice de Courcy, è l’unica sopravvissuta all’incidente d’auto che ha visto coinvolti anche il marito e la figlia di sette anni. Mentre è ancora ricoverata in ospedale, il suo primo pensiero è di farla finita, ingoiando una intera manciata di pillole rubate dalla farmacia del reparto: non porta a compimento i suoi propositi, ma da quel momento in poi i suoi sforzi sono tutti rivolti a compiere una sorta di suicidio mentale, dissociarsi da tutte le memorie del passato e far tabula rasa di tutti i ricordi. Si spinge fino a distruggere il manoscritto dell’ultimo lavoro del marito, una composizione scritta per la celebrazione dell’Unione europea. Malgrado il suo desiderio di affondare nel nulla, il semplice fatto di esistere la costringe a confrontarsi con il suo passato e con la vita che, intorno a lei, continua.

«Una persona può dire “Voglio essere libera” ma come può effettivamente liberarsi dai propri sentimenti, dalle personali memorie e dai desideri più profondi? Forse non è possibile funzionare senza di essi – cosa che automaticamente comporta essere loro prigionieri. Siamo prigionieri delle nostre emozioni. La libertà è un puro ideale. E in quanto tale non può essere raggiunto dalla condizione umana. Siamo così dipendenti da noi stessi e dalle nostre esperienze che non possiamo sbarazzarcene. Dobbiamo imparare a convivere con loro e ad accettarle.» (Krzysztof Kieslowski)

«Nessuno è mai riuscito ad andare tanto “oltre” attraverso l’evocativa ricercatezza formale, ad astrarre a tal punto la fenomenologia da portarla direttamente al cospetto dell’Anima Universale, facendo esperienza dell’essenza più intima dei sentimenti, delle sensazioni, della Vita tout-court. In pochissimi, con le immagini, gli sguardi degli interpreti, i silenzi, i simboli, le allegorie, le emozioni celate da giochi di luci e colori così intimi, sono riusciti a riprodurre la complessità dell’umano attraverso il “non detto”. La Julie di Kieslowski è una donna che fugge da se stessa, che crede di esorcizzare la tragedia distruggendo le prove della sua esistenza, senza comprendere che é ricominciando, affrontando la Realtà, amando che si è liberi.» (Niccolò Rongoni Machiavelli, Spietati.it)