L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO

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L’UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO

un film di Dario Argento
con Tony Musante, Suzy Kendall, Enrico Maria Salerno
sceneggiatura: Dario Argento ● fotografia: Vittorio Storaro
montaggio: Franco Fraticelli ● musiche: Ennio Morricone
produzione: Seda Spettacoli
distribuzione: Istituto Luce
Italia, 1970 ● 96 minuti

v.o. italiano

Versione restaurata 4k

L’estate del Beltrade si tinge dei colori profondi, allucinati e inquieti di Dario Argento con quattro dei suoi titoli più celebrati e acclamati: un’occasione per riscoprire il maestro del brivido italiano nella sua stagione più fertile e produttiva.

Esordio alla regia per Dario Argento, L’uccello dalle piume di cristallo non ha solo inaugurato una moda del nostro cinema con il suo titolo iconico: ha anche svelato la maestria e l’abilità registica del suo autore che orchestra scenografie, luci e musiche in uno spettacolo ipnotico e sempre sorprendente.

domenica 1 Settembre
22:00

lunedì 2 Settembre
11:30

martedì 3 Settembre
16:10

mercoledì 4 Settembre
20:00

Sam Dalmas, italo-americano, è uno scrittore in crisi creativa che ha deciso di passare un po’ di tempo in Italia, Paese d’origine della sua famiglia, per ritrovare calma e ispirazione: lavora a Roma in un istituto di scienze naturali grazie all’aiuto di Carlo, un suo amico ornitologo. Sam ha appena terminato uno studio sulle caratteristiche di alcuni uccelli rari e si appresta a ritornare negli Stati Uniti d’America con la sua ragazza italiana, Giulia. Una sera, mentre torna a casa, assiste a una colluttazione in una galleria d’arte fra un uomo in nero e una donna in cui quest’ultima cade a terra ferita: Sam avverte in tempo la polizia e così riesce a salvare la donna, che si scopre essere Monica Ranieri, moglie di Alberto, il direttore di quella galleria.

«L’uccello dalle piume di cristallo rappresenta il canovaccio per buona parte dei dispositivi che il maestro del thriller perfezionerà nel corso della sua carriera a venire, la detection che si risolve quasi per caso, con la decrittazione di un’immagine fissata nell’inconscio, i molteplici finali, il trauma che marca la vita dell’omicida. E gli animali che cominciano a comporre un bestiario tra le ossessioni del regista.» (Giampiero Raganelli, Quinlan.it)