
THE UGLY STEPSISTER
Den stygge stesøsteren
un film di Emilie Blichfeldt
con Lea Myren, Ane Dahl Torp, Thea Sofie Loch Næss
sceneggiatura: Emilie Blichfeldt ● fotografia: Marcel Zyskind
montaggio: Olivia Neergaard-Holm ● musiche: John Erik Kaada, Vilde Tuv
produzione: Mer Film
distribuzione: I Wonder Pictures
Norvegia, Danimarca, Romania, Polonia, Svezia, 2025 ● 109 minuti
v.o. norvegese, polacco, svedese con sottotitoli in italiano
2025 Boston Underground FF: miglior film

esordio energico e sanamente disturbante, The ugly stepsister conferma la rinascita del body horror come genere di culto e di indagine sociale, specchio delle ossessioni e delle distorsioni della società: un film gore, ironico e sanguinoso, un’esplosione di sangue e violenza che travolge e conquista.
05:00
E se l’eroina della storia, per una volta, non fosse Cenerentola, ma la sorellastra “cattiva”? Elvira sogna il principe azzurro e una vita da favola. Pur di conquistarlo e avere la meglio sulla sua bellissima sorella acquisita, Agnes, sarà disposta a sopportare qualunque sofferenza, tortura, mutilazione. Perché se la scarpetta non calza… basta tagliarsi il piede.
«Il percorso di Elvira mette in luce l’agonia del conformarsi a standard fisici irraggiungibili. Sono stata ispirata dall’approccio di David Cronenberg al genere: le
trasformazioni del corpo diventano metafore dei difetti, i dilemmi e le paure interiori dei suoi personaggi, o persino un commento politico su come la società influenzi l’individuo. (…) Sarebbe stato facile scrivere una Cenerentola contemporanea, ma fin dall’inizio ho voluto collocare questo racconto nell’indefinito “c’era una volta”. Questa scelta sottolinea come i temi e i motivi del film, pur riecheggiando questioni attuali, siano davvero senza tempo, radicati in tradizioni culturali che continuano a plasmare il nostro sguardo sulla bellezza e sull’identità.» (Emilie Blichfeldt)
«Forse non c’è genere migliore dell’horror, oggi, per restituire al mito, alla leggenda e alla fiaba tutta la loro forza originaria, tutta la loro carica feroce, spaventosa e ammonitrice. Sembra averlo capito bene la norvegese Emilie Blichfeldt che, in tempi di live action imperanti ma innocui, con The Ugly Stepsister – presentato al Sundance Film Festival – dà vita a un’opera prima che proprio dai “classici” parte per costruire una storia decisamente radicata nel nostro tempo. (…) Tra rinoplastiche ante litteram, ciglia cucite direttamente sulle palpebre e parassiti ingeriti per dimagrire, The Ugly Stepsister fa quindi della sua insostenibilità il suo principale punto di forza, dando vita, contestualmente, a un personaggio dalla sgradevole complessità, vittima di un mondo in cui il non conforme non ha diritto di parola e la distinzione tra bene e male si sfalda nelle mille sfumature cui porta l’ambizione, il senso di (non) appartenenza e il rapporto, sempre più problematico, tra realtà e desiderio, redenzione e autodistruzione.» (Mattia Caruso, Point Blank)