UN MILIONE DI GRANELLI DI SABBIA

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UN MILIONE DI GRANELLI DI SABBIA

un film di Andrea Deaglio
sceneggiatura: Andrea Deaglio, Stefano Zoja ● fotografia: Stefania Bona
montaggio: Enrico Giovannone ● musiche: Niccolò Bosio
produzione: Matteo Tortone, Enrico Giovannone
distribuzione: Malfé Films
Italia, 2024 ● 64 minuti

v.o. italiano

2024 Biografilm FF: anteprima mondiale

venerdì 18 ottobre proiezione speciale,
in sala, il regista Andrea Deaglio, la direttrice artistica di Mercurius Prize Chiara Tozzi,
la psicoanalista Eva Pattis Zoja, protagonista del film, il dott. Enrico Ferrari, vicepresidente del
CIPA – Centro Italiano di Psicologia Analitica

Attraverso testimonianze commoventi, momenti di vulnerabilità e rivelazioni sorprendenti, “Un milione di granelli di sabbia” offre uno sguardo intimo sul potere della terapia, della memoria e della resistenza umana in contesti estremi.

venerdì 18 Ottobre
20:00

Il film segue il percorso straordinario della psicoterapeuta Eva Pattis Zoja, impegnata in interventi di emergenza. Un terremoto in Cina, il genocidio degli Yazidi, la guerra in Ucraina. La terapia innovativa e non verbale permette alle vittime di esprimere l’indicibile. Man mano che si addentra nell’inconscio dei sopravvissuti ai conflitti globali, il documentario riflette sulla natura del trauma psichico e la sua tendenza a trasmettersi alle generazioni seguenti. Parallelamente, il film esplora le radici personali di Eva, svelando i legami tra la sua missione di cura e le ombre del passato legate alla seconda guerra mondiale.

«Durante una guerra, o una calamità naturale, si fanno i conteggi di morti, feriti, e ricoverati in ospedale. I “feriti dentro”, i traumatizzati, non vengono considerati. Eppure i disturbi possono essere di estrema gravità: impossibilità di nutrirsi, dormire, provare sentimenti. Quando mi sono imbattuto nella storia della popolazione Yazida, nel 2014 brutalmente massacrata dai miliziani dell’Isis che lasciavano sopravvivere soltanto donne e bambini dopo torture e atrocità inenarrabili, una domanda era diventata urgente: come potranno tornare alla vita? come si può superare un trauma così grande da essere in-immaginabile? È stato a questo punto che ho conosciuto la dottoressa Eva Pattis Zoja, psicoterapeuta che, proprio con gli Yazidi, metteva in pratica un approccio terapeutico innovativo, basato sulla sabbia, il silenzio e il gioco. E soprattutto sulle immagini, perché la Sandwork Therapy è una sorta di cinema in miniatura. La sabbia si comporta come un apparecchio di ricezione molto sensibile, che registra il minimo movimento con precisione, come se milioni di granellini fossero pronti a “origliare”. Attraverso le mani e gli oggetti in miniatura, si dà al nostro inconscio ferito la possibilità di creare un’immagine. Ed è proprio quella a dare accesso a quel luogo interiore dove risiede il nostro maledetto trauma.» (Andrea Deaglio)

«Il film di Deaglio dura appena un’ora ma è incredibilmente ricco di materiali d’archivio e testimonianze toccanti, salta da un paese all’altro, incontra persone, spiega: tutto è essenziale e niente è di troppo. “Oltre alla sopravvivenza della democrazia, dovremmo preoccuparci della sopravvivenza del nostro mondo interiore”, sottolinea Eva Pattis Zoja durante uno dei suoi speech in pubblico. E questa che documenta il suo lavoro è un’opera convincente, illuminante e più che mai attuale.» (Vittoria Scarpa, cineuropa.it)