VERA

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VERA

un film di Tizza Covi, Rainer Frimmel
con Vera Gemma, Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla,
Walter Saabel, Asia Argento ● sceneggiatura: Tizza Covi
fotografia: Rainer Frimmel ● montaggio: Tizza Covi
produzione: Vento Film
distribuzione: Wanted
Austria, Italia 2022 ● 115 minuti

v.o. italiano

2022 Mostra del cinema di Venezia: premio Orizzonti per la migliore regia e per la miglior attrice

Tizza Covi e Rainer Frimmel all’inseguimento di Vera Gemma, figlia di Giuliano, tra finzione e verità, passione e debolezza, ipocrisia e bellezza. girato come sempre in 16 mm dal duo italo-austriaco che dai tempi de La Pivellina mantiene la coerenza di una cinematografia originale, gentile e intensa, volutamente lontana dai grandi budget.

Vera vive all’ombra del suo famoso padre. Stanca della sua vita superficiale e delle sue relazioni, finisce alla deriva nell’alta società romana. Un giorno dopo averlo ferito in un incidente stradale in periferia, stringe un’intensa relazione con un bambino di otto anni e suo padre. Ma presto dovrà rendersi conto che anche in questo nuovo mondo è solo uno strumento per gli altri.

«Vera ci ha affascinato andando oltre l’apparenza. Quando l’abbiamo vista per la prima volta ci siamo detti: “Ma chi è questa?” e non siamo stati molto simpatici con lei. Due settimane dopo ci siamo ritrovati a una cena insieme e l’abbiamo trovata incredibile, sincera, divertente, colta. Ci siamo chiesti come mai giudicassimo ancora dalle apparenze. Abbiamo visto che tutti la giudicano dalle apparenze e ci è sembrata una cosa molto ingiusta. (…)
Noi siamo documentaristi, nel cuore. Ci interessa più il documentario della finzione. Però un elemento di finzione dobbiamo metterlo. Abbiamo messo una situazione di finzione sulla quale abbiamo costruito l’intero film. Anche noi scriviamo le nostre sceneggiature per i nostri attori. Perciò io so in quale situazione vivono i nostri attori, cosa direbbero in certe situazioni e questo è al 100% documentario.
Il nostro stile è molto familiare. Ci sono tante cose che succedono e che ci succedono perché siamo piccoli, perché siamo in due. (…) Diciamo sempre che non vogliamo eseguire le cose che abbiamo definito a tavolino ma vogliamo essere pronti a cogliere quello che succede.» (Tizza Covi e Rainer Frimmel)

«Già l’incipit è straordinario. La protagonista si avvia verso un locale, seguita dalla macchina da presa, in un pedinamento che sembra stare a metà tra il documentario e certo cinema americano anni ’70/’80. Là davanti, una cantante – Arisa, per inciso – sta facendo delle foto con alcuni fan. Poi saluta tutti e se ne va. E Vera prende il suo posto, si mette in posa per i fotografi e si concede pochi istanti di glamour. Per poi rituffarsi nel buio delle cose, fino al termine della notte. C’è già tutto. (…) Inseguendo il personaggio di Vera Gemma, tra i piani scivolosi, mai perfettamente comprensibili, della verità e dell’immaginazione, Tizza Covi e Rainer Frimmel raccontano la fatica della costruzione di un’identità, oltre le eredità sperperate, il debito dei legami, i grovigli da psicoanalisi, oltre la gente intorno, quella “che come un gufo vuole guardare”, sfruttare e giudicare. E c’è un che di meravigliosamente naïf nel modo in cui i due registi sparigliano le carte (…) Quasi a voler riportare il cinema all’umiltà di un grado zero, dove tutto è tentativo. (…) Ma, alla fine, è tutto un momento fluido in cui l’osservazione diventa attenzione e cura. E l’invenzione è la chiave che scopre il lato nascosto del quotidiano. Fatto di miserie, certo. Ma anche di bellezze profonde, vere oltre ogni possibile trucco. » (Aldo Spiniello, sentieriselvaggi.it)