
VOLVER
un film di Pedro Almodóvar
con Carmen Maura, Blanca Portillo, Chus Lampreave, Antonio de la Torre,
Lola Dueñas, Penélope Cruz, Yohana Cobo, Neus Sanz
sceneggiatura: Pedro Almodóvar ● fotografia: José Luis Alcaine
montaggio: José Salcedo ● musiche: Alberto Iglesias
produzione: El Deseo
distribuzione: CG Entertainment con Barz and Hippo
Spagna, 2006 ● 120 minuti
v.o. spagnolo con sottotitoli in italiano
Cannes Film Festival 2006: Migliore sceneggiatura,
Palma d’oro per la migliore interpretazione femminile al cast del film
Premio Goya 2007: Miglior film, Miglior attrice protagonista,
Migliore attrice non protagonista, Miglior colonna sonora
Oscar® 2007: Nomination Migliore attrice protagonista a Penelope Cruz
Nastro d’Argento 2007 al Miglior Regista europeo
EFA 2006, Miglior regista, Premio del pubblico al miglior film europeo,
Migliore attrice, Migliore fotografia, Miglior compositore

Con Volver Almodóvar esplora il tema della maternità, della morte e della rinascita attraverso il corpo delle donne, che diventa il luogo della vita e della morte, della sofferenza e della resilienza. I corpi femminili sono fonte di forza e di saggezza, di gioia e di dolore.
Raimuna è sposata con un manovale disoccupato e madre di una figlia adolescente. Sole, sua sorella, lavora come parrucchiera. La loro madre è morta in un incendio insieme al marito, ed inizia ad apparire, prima a sua sorella, quindi a Sole, sebbene le persone con le quali ha ancora questioni irrisolte siano Raimunda e la sua vicina in paese, Augustina.
«Volver è un incontro tra Il romanzo di Mildred (Michael Curtiz) e Arsenico e vecchi merletti (Frank Capra), in combinazione con il naturalismo surrealista del mio quarto film, Che ho fatto per meritare questo?, cioè Madrid e i quartieri effervescenti della classe lavoratrice, dove gli immigrati delle varie province spagnole condividono sogni, vita e fortuna con una moltitudine di etnie e razze diverse. Nel cuore di questo tessuto sociale, tre generazioni di donne sopravvivono al vento, al fuoco e persino alla morte, grazie alla bontà, al coraggio e ad una vitalità infinita.» (Pedro Almodóvar)
«Dopo la Passione narcisistica de La mala educación, la Resurrezione della carne e dell’anima. Volver inizia come un vaudeville (la pulizia delle tombe a suon di zarzuela) e prosegue oscillando con civettuola levità fra i sapori piccanti (e non sempre paradisiaci) della farsa e la composta amarezza della tragedia classica: seguendo, come sempre, le piste occult(at)e che guidano a un dolore rimosso, il regista spagnolo realizza una ghost story sui generis che guarda al passato, da Tacchi a spillo (madri assenti, giovani assassine e scarpe fatali in salsa mélo) a Il fiore del mio segreto (la moltiplicazione fittizia dei piani del reale, il ritorno al paese natale come palingenesi), da Kika (l’attacco frontale alla pornografia dei sentimenti) a Tutto su mia madre (l’affresco integralmente femminile, con gli uomini a far da strumenti del destino o da improbabili alibi sentimentali), associando il sempiterno feticcio Carmen Maura (perfetta, al pari del resto del cast) all’esplicito omaggio ai maestri (dopo il Buñuel di Carne tremula, è la volta di Visconti). A mutare radicalmente è il tono complessivo: il grottesco è confinato ai margini del racconto (il funerale campestre con gli uomini torvi e le prefiche sventaglianti), i personaggi sono descritti con millimetrica esattezza ma anche con totale indulgenza, le frecciate contro preti e proibizionisti sono ridotte ai minimi termini, l’elemento fantastico è affrontato con una “ragionevolezza” di sibillina coerenza.» (Stefano Selleri, spietati.it)