WARFARE – tempo di guerra

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WARFARE

un film di Alex Garland e Ray Mendoza
con Joseph Quinn, Kit Connor, Will Poulter e Cosmo Jarvis
sceneggiatura: Ray Mendoza, Alex Garland ● fotografia: David J. Thompson
montaggio: Fin Oates
produzione: A24, DNA Films
distribuzione: I Wonder Pictures
Stati Uniti, Regno Unito, 2025 ● 95 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

dopo CIVIL WAR, Alex Garland torna sugli stessi temi con WARFARE, co-diretto e sceneggiato insieme a Ray Mendosa, ex Navy SEAL e già consulente militare per la precedente pellicola del regista. uno sconvolgente film di guerra che evita l’epica che ha spesso contraddistinto il genere, per restituirci attraverso la memoria dei suoi stessi protagonisti una fotografia degli orrori di cui è stato teatro il conflitto in Iraq negli anni ’00

sabato 16 Agosto
22:00

domenica 17 Agosto
20:00

Tratto da una storia vera, Warfare – Tempo di guerra è un’immersione nella sconvolgente realtà dei conflitti moderni. Scritto e diretto da da Alex Garland (Civil War, Ex Machina) con Ray Mendoza (consulente militare per Civil War, Lone Survivor, Jurassic World), questo film di azione pura è stato realizzato sulla base dei ricordi, delle testimonianze e delle esperienze vissute sul campo da un gruppo di uomini dei corpi speciali della marina americana, i Navy SEAL – tra cui lo stesso Mendoza – che hanno partecipato a una missione ad alto rischio a Ramadi, in Iraq, nel 2006.

«La realtà non mette in salvo le persone: quando le cose si fanno complicate, non c’è una dissolvenza o un taglio o una musica che tiri su il morale. Rimani in quello stato fino a quando le circostanze non ti sollevano dalla pressione o dal momento, e questo è ciò che fa Warfare – Tempo di guerra aderisce alla realtà, non alle rassicurazioni del cinema» (Alex Garland)

«I toni non sono mai epici o patriottici. L’obiettivo è rendere visibile ciò che non si può cogliere, dare forma all’incubo. (…) Warfare è quindi il ritratto di un contemporaneo tragico. È ambientato nel 2006, ma potrebbe essere il futuro. Risuona come un monito. È un cinema di ferite che sanguinano, di esplosioni che disorientano, di urla che si fanno assordanti, di uomini comuni che perdono ogni punto di riferimento. Non si parla di colpa o redenzione. È un’istantanea, una fotografia. Che pone una domanda: quanto si vorrà continuare così? A colpire è il silenzio prima del massacro, il rumore durante lo scontro, la quiete che abbraccia i cadaveri sul campo. Una sorpresa, decisamente coraggiosa, antitetica all’offerta data dalle distribuzioni di largo consumo.» (Gian Luca Pisacane, Cinematografo.it)