WELCOME VENICE

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WELCOME VENICE

un film di Andrea Segre
con Paolo Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia Piccolo,
Giuliana Musso, Sandra Toffolatti, Sara Lazzaro, Anna Bellato,
Stefano Scandaletti, Mariano Amadio
sceneggiatura: Andrea Segre, Marco Pettenello ● fotografia: Matteo Calore
montaggio:  Chiara Russo ● scenografia: Leonardo Scarpa
produzione: JoleFilm con Rai Cinema
distribuzione: Lucky Red
Italia, 2021 ● 100 minuti

v.o. in italiano

78 Mostra del cinema di Venezia: Giornate degli Autori, film di apertura di Notti Veneziane

Dopo la meditazione di Molecole, il punto di Andrea Segre sulla sua Venezia. Un punto che non si può definire, fermare, ma solo lasciare scorrere piano fino a trovare un approdo più sicuro e ragionevole.

Pietro e Alvise sono i due eredi di una famiglia di pescatori della Giudecca, l’isola più popolare di Venezia. Si scontrano nel cuore della trasformazione inarrestabile che sta cambiando la vita e l’identità di Venezia e della sua gente: l’impatto sempre più profondo del turismo globale ha modificato il rapporto stesso tra città e cittadini, tra casa e vita e la pandemia ha reso ancora più evidente questa crisi. Pietro nonostante fatiche e solitudini, vorrebbe continuare a pescare moeche, i granchi tipici della laguna; Alvise vede invece nella loro casa di Giudecca lo strumento ideale per ripartire tentando di entrare nell’élite del potere immobiliare che governa la città. Il loro scontro coinvolge tutta la famiglia in un racconto corale di come sta cambiando il nostro mondo.

«Welcome Venice è immerso nelle calli e nelle acque di una Venezia che si sente scomparire, che non sa dove andare, ma trova ancora la forza di esistere e di parlare, a sé e al mondo. Una Venezia che rischia di essere consumata dalla sua stessa bellezza e fama, una città simbolo di urgenze e cambiamenti globali che coinvolgono tutti noi, una città che ha bisogno di vite, di cittadini, di spazi.» (Andrea Segre)

«Il discorso amoroso che, da Io sono Li a Il pianeta in mare, Andrea Segre intrattiene con Venezia e la Laguna, si arricchisce di un nuovo capitolo, mentre si allarga la famiglia dei suoi interpreti. (…) Tutti interpreti che farebbe piacere vedere molto più spesso nei titoli di testa del nostro cinema.
Dopo Molecole, girato nella città silenziosa, svuotata dalla pandemia, Segre torna a ragionare, usando la chiave del conflitto fraterno, sulla trasformazione della città svuotata, dello smarrimento dei pochi abitanti rimasti. Nel tentativo di catturare le tracce e i fili della sua cultura più autentica, di difenderne la bellezza fragile, nascosta ai più, e registrare l’affermarsi di una mentalità sempre più predatoria e di un turismo invasivo, disinteressato, epidermico.
L’elegia arcaica delle placide ma anche pericolose distese d’acqua (se si nasce in laguna, meglio imparare presto a nuotare) e dei dialoghi anche cinefili tra burberi, irsuti moecanti è agli antipodi della fretta del villeggiante frettoloso, che dopo aver ottemperato all’obbligo del selfie attestatore, invece di esplorare la Serenissima si chiude in un b&b a mangiare pizza e sushi. Un salto quantico, che si consuma tra le parole di “Nina ti te ricordi”, cantata nell’incipit non a caso dal più piccolo degli interpreti – canzone popolare che rievoca pudiche asprezze di una povertà non così antica – agli anglicismi del personaggio di Giorgio (Stefano Scandaletti), imperturbabile finanziatore venuto da fuori, che “vende” l’esperienza turistica parlando di “roots”, radici. Quelle che rendono unici i veneziani rispetto ai cittadini di qualsiasi altra città nel mondo.» (Raffaella Giancristofaro, Mymovies.it)