
30 NOTTI CON IL MIO EX
un film di Guido Chiesa
con Edoardo Leo, Micaela Ramazzotti, Gloria Harvey
sceneggiatura: Nicoletta Micheli, Guido Chiesa ● fotografia: Emanuele Pasquet
montaggio: Luca Gasparini, Angelo Santini ● musiche: Francesco Cerasi
produzione: Colorado Film
distribuzione: PiperFilm
Italia, 2025 ● 102 minuti
v. doppiata in italiano

In equilibrio tra dramma e commedia, una riflessione agrodolce sui legami e gli affetti, capace di avvicinarsi al tema del disagio psichico con gentilezza e spirito. Il tutto accompagnato dalle belle performance di Ramazzotti e Leo.
Bruno si è separato dalla moglie da molti anni e sta crescendo da solo la figlia ora adolescente. Dopo la separazione Terry ha dato segni di squilibrio che hanno fatto sì che dovesse essere ricoverata in una struttura per la cura di malattie mentali. Ora è pronta per il reinserimento sociale ma per renderlo definitivo sono necessari trenta giorni da trascorrere con l’ex marito e la figlia nella loro abitazione.
«Almeno all’inizio, il film parlava di una coppia distrutta, ma ci siamo resi conto che il film avrebbe dovuto concentrarsi sulle nostre relazioni con l’altro. Due persone che si vogliono bene, una piena di vita, l’altra impaurita. Non volevamo però rendere il film depressivo, puntando invece su una certa leggerezza tipica della commedia (…) Siamo in un’epoca in cui si butta via tutto. Abbiamo sempre più persone che sono scartate dalla società e questo lo vediamo a livello sociale, molto facilmente. Lo stesso problema purtroppo avviene anche a livello delle famiglie, e poi i giovani che vengono scartati e immersi in un mondo virtuale fatto di social e cellulari. E questa è anche una responsabilità degli adulti, non è solo un problema dei giovani, non è solo un problema della scuola, ma delle famiglie. E questo credo che sia una cosa di cui vedremo purtroppo gli esiti nel futuro. 30 Notti con il mio ex, nella sua ottica, mostra che ci sono sempre nuove possibilità nelle relazioni.» (Guido Chiesa)
«Guido Chiesa costruisce il suo 30 notti con il mio ex con tono leggero, ma usa questo approccio per raccontare temi importanti e delicati: si parla infatti di fragilità emotiva e della difficoltà di relazionarsi con chi vive questi disagi da parte di chi li guarda dall’esterno, ma anche di rapporti da ricostruire e delle ferite che ci segnano e ci caratterizzano. Che ci impreziosiscono, come ci dice la riuscita metafora del kintsugi.» (Antonio Cuomo, Movieplayer.it)