Alice e il sindaco

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Alice e il sindaco

un film di Nicolas Pariser
con Fabrice Luchini, Anaïs Demoustier, Nora Hamzawi,
Léonie Simaga, Antoine Reinartz, Maud Wyler, Alexandre Steiger,
Pascal Reneric, Thomas Rortais, Thomas Chabrol
sceneggiatura: Nicolas Pariser ● fotografia: Sébastien Buchmann
montaggio: Christel Dewynter ● musiche: Benjamin Esdraffo
produzione: Bizibi
distribuzione: BIM Distribuzione, Movies Inspired
Francia, 2020 ● 103 minuti

v.o. in italiano

La riflessione sul Potere diventa il terreno di (gran) gioco di un autore audace e ispirato: in Alice e il sindaco i protagonisti, rappresentanti di due generazioni confuse e sole, si consolano trovando un tempo per il dialogo, un tempo rubato alle agende compresse, un tempo per (ri)generare la parola politica.

A qualche mese dalle elezioni municipali, il sindaco di Lione non ha più idee. Dopo trent’anni di vita politica è come svuotato. In suo soccorso, l’entourage comunale recluta una giovane normalista. Il ruolo di Alice Heimann è rigenerare la capacità di pensare del sindaco e la visione necessaria all’azione politica. Introdotta nel cerchio della fiducia, Alice rivela un’agilità innata per la ‘cosa politica’ fornendo carburante alla macchina municipale. E la macchina riparte ma gli scossoni e i sobbalzi non tarderanno a costringerla alla sosta forzata.

«La figura del sindaco era un mio capriccio, perché volevo una figura di rilievo, ma non un ministro o un deputato, bensì una figura che si sentisse padrona del suo ambiente. Non volevo che fosse il sindaco di Parigi, né il presidente della Repubblica, quindi la migliore soluzione sarebbe stata “un piccolo re”, di un piccolo regno, con una piccola Versailles, quindi il sindaco di una cittadina. Avevo lavorato per un po’ a Lione ed è una città che apprezzo molto. Per quanto riguarda la filosofa, il punto di partenza del film era proprio quello di voler ricreare la fiaba di La Fontaine, Il lupo e il cane, ovvero due personalità estremamente opposte. Pertanto, i miei due personaggi sono da un lato qualcuno che ha una vocazione ma che non riflette troppo sulle cose, e dall’altro, una persona che pensa troppo e non sa che cosa farne della sua vita. Volevo mettere a confronto questi due paradossi.» (Nicolas Pariser)

«Tessendo un’analisi molto fine e accattivante di un soggetto di interesse pubblico molto difficile da trasporre al cinema, Nicolas Pariser riesce a dare forma alle differenti sfaccettature di uno stato di crisi democratica. Intrisa di dialoghi, questa pellicola si sviluppa armoniosamente, con non poco umorismo, grazie anche alla profondità dei dialoghi di cui si appropriano con grande talento i suoi protagonisti principali. Un bell’esempio di spazio per quel pensiero utile che il cinema può infondere sotto forma di commedia intelligente e sensibile.» (Fabien Lemercier, cineuropa.it)