CAMPO DI BATTAGLIA
un film di Gianni Amelio
con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti,
Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos, Rita Bosello
sceneggiatura: Gianni Amelio, Alberto Taraglio ● fotografia: Luan Amelio Ujkaj
montaggio: Simona Paggi ● musiche: Franco Piersanti
produzione: Kavac Film, IBC Movie, One Art, Rai Cinema
distribuzione: 01 distribution
Italia, 2024 ● 104 minuti
v.o. in italiano
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Dopo Craxi in Hammamet e Aldo Braibanti in Il signore delle formiche, Amelio porta sul grande schermo la Prima Guerra Mondiale, con il suo carico di morte e di paura. Ispirato al romanzo La sfida di Carlo Patriarca, Campo di battaglia mostra l’assurdità della guerra e l’impotenza del genere umano. Una riflessione alta e solenne, disperata e sofferta, dove la compassione si rivela l’unica “arma” a disposizione dell’umanità.
Nel 1918, alla fine della Grande Guerra, due ufficiali medici che sono stati amici d’infanzia lavorano nello stesso ospedale militare. Stefano (Gabriel Montesi) di famiglia altoborghese, combatte con tutte le forze la simulazione e l’autolesionismo dei soldati che sono stati feriti al fronte e, quando li scopre, li rispedisce a combattere o davanti a un Tribunale Militare. Giulio (Alessandro Borghi) appare invece più comprensivo nei loro confronti. Con loro c’è anche Anna (Federica Rosellini), già brillante studentessa all’Università dove ha conosciuto Giulio che ora fa la volontaria alla Croce Rossa. Nel frattempo c’è qualcuno che sta aiutando alcuni pazienti ad aggravare le loro condizioni di salute per non farli tornare al campo di battaglia. Pur di rivedere la propria casa sono disposti a restare anche storpi e ciechi. Anna è la prima a sospettare che nell’ospedale c’è un sabotatore. Verso la fine della Guerra si sta contemporaneamente diffondendo l’epidemia della febbre spagnola che sta facendo più vittime della guerra.
«Dopo tutto quello che la televisione ci mostra siamo assuefatti alle immagini di morte. Il mio non è un film di guerra, ma è un film sulla guerra e la scelta di non mostrare il conflitto lo rende ancora più drammatico» (Gianni Amelio)
«C’è un’istintiva corrispondenza tra l’ultimo, straordinario, Ermanno Olmi, Torneranno i prati, e il nuovo film di Gianni Amelio, Campo di battaglia. Non è tanto per l’ambientazione (la fine della Prima Guerra Mondiale) e l’origine letteraria (il racconto La paura di Federico De Roberto nel primo caso e La sfida di Carlo Patriarca nel secondo). Ma, pur essendo diversissimi tra loro, entrambi condividono l’ossessione per il dettaglio e il presagio della morte che non solo è un’ombra ricorrente ma lascia avvertire la sua presenza dall’inizio alla fine. (…) A suo modo Campo di battaglia è un film ‘decadente’. Non nel senso ‘viscontiano’ (anche se la fucilazione del soldato simulatore richiama per la crudezza e l’esecuzione della velocità quella finale di Senso) ma proprio nel modo in cui affronta il cinema storico più che bellico con la paura del futuro. La coinvolgente parte finale, con la scena del dialogo tra Anna e il bambino ricoverato, anticipa idealmente il buio dell’immediato futuro. Amelio ha un’invidiabile lucidità ma anche un’intensità emotiva nel trasportarci della ‘macchina (del tempo) del cinema’ nascosto dietro un’apparente compostezza formale proprio come in Il primo uomo. Per questo Campo di battaglia progressivamente si scioglie.» (Simone Emiliani, sentieriselvaggi.it)