CATTIVERIE A DOMICILIO

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CATTIVERIE A DOMICILIO

un film di Thea Sharrock
con Olivia Colman, Jessie Buckley, Timothy Spall
sceneggiatura: Jonny Sweet ● fotografia: Ben Davis
montaggio: Melanie Oliver ● musiche: Isobel Waller-Bridge
produzione: Blueprint Pictures
distribuzione: BIM Distribuzione
Gran Bretagna, 2023 ● 100 minuti

v. doppiata in italiano

Un giallo irriverente ambientato nell’Inghilterra di cento anni fa. Vintage, creativo, irresistibilmente buffo, politicamente scorretto e così attuale.

lunedì 21 Luglio 21:30 ▪︎ Novate Milanese ▪︎︎ cinema in villa

Inghilterra, anni ’20. I residenti di una piccola cittadina sono sconvolti da un simpatico scandalo: ricevono piccole e malvagie letterine anonime. Basato su una simpatica e strana storia vera, WICKED LITTLE LETTERS segue due vicine di casa: Edith Swan, profondamente conservatrice, e la turbolenta migrante irlandese Rose Gooding. Quando Edith e gli altri residenti iniziano a ricevere lettere piene di parolacce e involontariamente esilaranti, la sboccata Rose viene accusata del crimine. Le lettere anonime suscitano scalpore a livello nazionale e ne consegue un processo. Tuttavia, quando le donne della città, guidate dall’agente di polizia Gladys Moss, iniziano a indagare sul crimine, sospettano che qualcosa non va e che Rose potrebbe non essere la colpevole.

«Penso che il film tocchi alcuni temi molto importanti, ma in una maniera di cui non ti rendi conto fino alla fine. Soprattutto, ti lascia con tanti spunti di riflessione. Per questo ritengo che sia una sceneggiatura molto ricca espressa in una voce davvero unica. È diversa da tutte quelle che ho mai letto. Affronta argomenti sicuramente profondi, ma mai dispensati con mano pesante. Il messaggio non è esplicitamente ‘Questo è un film sull’emancipazione femminile’. Non lo pensi mentre lo guardi ed è questo è secondo me l’aspetto geniale.» (Tea Sharrock)

«L’ironia con cui Sharrock porta sullo schermo tutta questa narrazione è feroce e politicamente scorretta, ma soprattutto colpisce tutte e tutti indiscriminatamente: anche le manie delle donne vengono messe alla berlina, dall’irascibilità di Rose al bigottismo di Edith, passando per le loro – indimenticabili – vicine di quartiere (…). A tutto questo si aggiunge l’umorismo marcato, e amaro al tempo stesso, con cui si affronta in maniera narrativamente ammirevole il fenomeno contemporaneo degli “haters”, attraverso questa storia “più che vera” (avvertono i titoli di testa). L’insulto anonimo selvaggio nasce – come il film non cessa di mostrare – dalla repressione, dalla violenza psicologica domestica, dalla reclusione. E anche un po’ dall’invidia verso chi ha la volontà e la possibilità di vivere una vita libera, lontana dalle imposizioni.» (Claudia Catalli, mymovies.it)