COME QUANDO ERAVAMO PICCOLI

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COME QUANDO ERAVAMO PICCOLI

un film di Camilla Filippi
con Egidio Bordiga, Camilla Filippi, Michele Filippi
sceneggiatura: Camilla Filippi, Stefano Lodovichi ● fotografia: Emanuele Pasquet
montaggio: Roberto Di Tanna
produzione: Lungta Film
distribuzione: Lungta Film
Italia, 2024● 80 minuti

v.o. in italiano

dopo entrambe le proiezioni zoom con la regista Camilla Filippi

Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città, “Come quando eravamo piccoli” è il debutto alla regia dell’attrice Camilla Filippi. Uno straordinario documentario autobiografico dedicato alla propria famiglia. Al centro delle immagini troviamo lo zio Gigio, nato con una lesione cerebrale da forcipe che lo ha reso ipovedente.

Zio Gigio è nato in casa, a Brescia, nel 1957 ed è uno dei tanti bambini con lesione cerebrale da forcipe che, tra le altre complicazioni, lo ha reso ipovedente. Dopo 42 anni da lavoratore di categoria protetta, se ne va in pensione e questa diventa l’occasione per fare un viaggio con i suoi unici parenti, i nipoti Michele e Camilla. Per lui sarà l’occasione di vivere un’avventura, per loro di confrontarsi sulla condizione della loro famiglia rimasta in sospeso da troppo tempo. Grazie alla storia di suo Zio Gigio, Camilla Filippi aggiunge anche un tassello importante dentro la narrazione delle disabilità. La regista riesce nel suo intento di mostrare la verità dietro il quotidiano di chi vive e percepisce il mondo in maniera diversa.

«Come Quando Eravamo Piccoli è il racconto di quello che resta di una famiglia: Zio Gigio, Michele e Camilla, un viaggio nel tempo tra chi è rimasto per dovere e chi se n’è andato per sopravvivere. Il cuore di questa storia e di questa famiglia non può che essere zio Gigio, il vero collante tra me e mio fratello Michele, l’assoluto protagonista non tanto filmico ma emotivo di tutto il mio racconto in cui la struggente fragilità della sua intera esistenza si riflette nella nostra quotidianità, in ogni parola e ogni passo. Relazionarsi a lui ci obbliga inevitabilmente a cambiare punto di vista, ad avere uno sguardo diverso, non tanto sulla malattia ma sull’umanità, ci regala la possibilità di comprendere l’importanza di trasformare le emozioni in azioni, di superare i nostri pregiudizi e allargare i confini della nostra tolleranza, poiché, arricchendo la vita di Gigio, arricchiscono la nostra, in un percorso di inclusione verso noi stessi e verso ciò che non comprendiamo. Ho scelto di condividere questa storia con pudore, andando contro una contemporaneità morbosa e vampiresca, per dare la possibilità alla malinconia, al dolore e alla felicità di farsi sentire, anziché mostrarsi, perché sono fermamente convinta che le riflessioni che producono cambiamenti non arrivino da deflagrazioni ma da movimenti silenziosi.» (Camilla Filippi)

«Che cuore grande, dietro il documentario di Camilla Filippi. Un cuore gigantesco, e la sensazione che la sua storia, raccontata con estrema delicatezza, sia in qualche modo la storia di tutti colori che, per vivere, sono dovuti scappare, tagliando di netto parte di quelle radici che sprofondano nel terreno della memoria e dei ricordi.» (Damiano Panattoni, movieplayer.it)