L’AMORE SECONDO DALVA

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L’AMORE SECONDO DALVA
DALVA

un film di Emmanuelle Nicot
con Zelda Samson, Alexis Manetti
sceneggiatura: Emmanuelle Nicot ● fotografia: Caroline Guimbal
montaggio: Suzana Pedro ● musiche: Frédéric Alvarez
produzione: Hélicotronc
distribuzione: Teodora Film
Francia, Belgio, 2022 ● 83 minuti

v. doppiata in italiano

2022 Festival di Cannes – Semaine de la Critique: premio FIPRESCI, miglior attrice rivelazione
2023 IFFR: premio del pubblico

il film beneficia della tariffa Cinema Revolution,
grazie al contributo straordinario del Ministero della Cultura

Con due premi a Cannes alla Semaine de la Critique e le ovazioni della critica internazionale, L’AMORE SECONDO DALVA è uno degli esordi più dirompenti della stagione, un film di straordinario impatto emotivo che ha rivelato il talento della regista Emmanuelle Nicot e della giovanissima protagonista. Un racconto di formazione entusiasmante, con momenti di ironia e tenerezza.

Dalva ha dodici anni e si sente una donna, non una bambina: è quanto ripete agli assistenti sociali dopo l’arresto del padre, di cui si dichiara innamorata malgrado l’uomo abbia a lungo abusato di lei. Sarà grazie a una casa famiglia e all’amicizia di una coetanea che Dalva lentamente imparerà a guardare il mondo da una prospettiva diversa e a riappropriarsi della propria infanzia.

«Quando abbiamo iniziato il casting per trovare la protagonista, sono arrivate molte candidature e centinaia di video. Tra tutti, quello di Zelda Samson ha subito attirato la mia attenzione. Aveva 11 anni all’epoca e si filmava nella sua stanza, esprimendosi con un vocabolario molto avanzato per la sua età. Spiegava di voler diventare un’astrofisica, lavorare sulla materia oscura, e immaginava di vincere il Nobel! Aveva una visione femminista nei confronti dei ragazzi della sua classe e sembrava straordinariamente matura. Aveva anche fiducia in se stessa, forza, qualcosa di sfacciato nell’ atteggiamento e un viso incredibilmente fotogenico. Ed era impossibile darle un’età. Ho capito subito di aver trovato Dalva.» (Emmanuelle Nicot)

«”Non sono una ragazza, sono una donna”. Eppure Dalva (Zelda Samson) non è davvero una donna, è più una bambola. Una bambola truccata, imbellettata, vestita da suo padre, che l’ha resa la sua piccola donna. Una bambola docile, in cerca di amore. A volte, l’emancipazione sta nelle piccole cose, come un paio di orecchini che vengono solennemente rimossi. L’apparenza è al centro della vita di Dalva: a casa, è ciò che le permette di fare ciò che non è, una donna.[…] Dalva parte come un dramma, evocando il crimine dell’incesto, ma il film è comunque una traiettoria di ricostruzione e persino di invenzione. Dalva tende alla luce, e infine sfiora la spensieratezza. Emmanuelle Nicot guarda al dopo, alla riparazione. Qui non è tanto la parola che salva, quanto piuttosto la riappropriazione del corpo. Questo corpo è anche quello di Zelda Samson, la giovane attrice che interpreta Dalva.» (Aurore Engelen, cineuropa.org)