
DIABOLIK – GINKO ALL’ATTACCO!
un film dei Manetti Bros.
con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci
sceneggiatura: Michelangelo La Neve, Antonio Manetti, Marco Manetti
fotografia: Francesca Amitrano, Angelo Sorrentino
montaggio: Federico Maria Maneschi
musiche: Pivio e Aldo De Scalzi
produzione: Mompracem
distribuzione: 01 Distribution
Italia, 2022 ● 111 minuti
v.o. italiano

Non un sequel, ma un nuovo capitolo (in attesa del terzo e forse ultimo) delle avventure cinematografiche del Re del Terrore. I Manetti Bros. confermano le scelte del primo film, la radicalità della messa in scena filologicamente corretta, ma che tenta anche una curiosa e interessante evoluzione, che spinge a chiedersi che verrà dopo.
Un piano apparentemente perfetto per Diabolik ed Eva Kant. Ma non sanno che dietro questo colpo si nasconde una trappola dell’astuto ispettore Ginko, che mette a dura prova il loro legame. Tradita dal Re del Terrore, Eva decide di vendicarsi, proponendo all’ispettore di collaborare alla cattura di Diabolik. Una decisione difficile per Ginko che deve anche affrontare l’arrivo di Altea, duchessa di Vallenberg.
«Ginko all’attacco era quello che cercavamo! Quel fumetto aveva delle particolarità che lo rendevano giusto. C’era l’ispettore Ginko più centrale, c’era tanta azione, colpi di scena, c’erano dei momenti modernissimi molto cinematografici. Ci piaceva. Abbiamo quindi deciso di scrivere il film sulla base di quel numero specifico e non solo tenendolo ad esempio. Nel primo film abbiamo presentato i personaggi, qui li abbiamo messi in crisi. È in crisi Ginko perché non riesce né a catturare Diabolik né ad avere serenità nella sua vita privata. E sono in crisi Eva e Diabolik come coppia. È un film molto diverso dal primo. Ma come al solito ci siamo divertiti a girarlo. L’epoca, gli anni ’60, grazie al grande lavoro dei nostri collaboratori, è ancora una volta protagonista.» (Manetti Bros.)
«Perseverano, i Manetti. Più con coerenza che in maniera diabolika, va ammesso. Perché niente in questo loro secondo film sul Re del Terrore tradisce le premesse, lo stile, l’ideale e la filologia estrema del primo. (…) è un mondo (…) capace di una solidità invidiabile da molti dei tanti “universi cinematografici” che si stanno creando. (…). Ai Manetti interessa un mondo, il Diabolik-verse, più che il personaggio(…), e per questo passano indenni il cambio dell’ attore che interpreta il Re del Terrore, personaggio che rimane iconicamente nell’ombra. Se nel primo film la vera protagonista era Eva, qui al centro di tutto c’è un Ginko immoto, oppresso, umano, maigretiano, eppure sempre più determinato, invano, nella sua missione.» (Federico Gironi, comingsoon.it)