Diamanti
un film di Ferzan Özpetek
con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo,
Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier,
Milena Vukotic, Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Vinicio Marchioni, Valerio Morigi, Edoardo Purgatori, Carmine Recano
sceneggiatura: Elisa Casseri, Carlotta Corradi, Ferzan Özpetek
fotografia: Gian Filippo Corticelli
montaggio: Pietro Morana ● musiche: Giuliano Taviani, Carmelo Travia
produzione: Greenboo Production
distribuzione: Vision Distribution
Italia, 2024 ● 135 minuti
v.o. in italiano
Ferzan Özpetek torna a risplendere con una nuova storia corale che è una triplice dichiarazione d’amore: alle donne, all’arte sartoriale e al potere emozionale del cinema. Con un meraviglioso e variegato cast in forma smagliante.
Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare, finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie un luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli ruoli marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile.
«Come accade quasi sempre per i miei lavori parto da un’esperienza personale, ricordi di vita, talvolta forti suggestioni e perfino visioni trasfigurate. Domina sempre uno spunto autobiografico. E questo film scava nella memoria di quando negli anni ’80 come aiuto regista frequentavo le sartorie di cinema e teatro dove incontravo i grandi costumisti e naturalmente registi importanti, attrici, attori. Luoghi che mi affascinavano, sentivo l’incanto di quei santuari laici del bello dove la creatività si declinava con ingegno, forte laboriosità e dedizione. A quelle stanze animate soprattutto di donne mi sono ispirato per sviluppare l’idea di Diamanti, un cinema raccontato e “vestito” attraverso le storie di chi quei costumi li inventa, li disegna, ne testa i tessuti, palpa le stoffe, ricerca ostinatamente i punti di colore perfetti, le decorazioni, la mania per i dettagli che contribuiscono all’armonia della confezione finale, a volte veri capolavori. E’ anche un omaggio alla ricca tradizione dello stile, dell’eleganza raffinata e confortevole allo stesso tempo, alla grande artigianalità» (Ferzan Özpetek)
«Diamanti si apre e chiude con una di quelle tavolate che sono diventate un simbolo del cinema, e del modo di intendere la vita, di Özpetek. Intorno al desco di apertura siedono le attrici del film e lo stesso regista, intento ad annunciare loro le sue intenzioni e ad assegnare i ruoli. Diamanti è esattamente quello che ci aspettiamo dal miglior Özpetek, quello che ama in modo incondizionato le sue donne, e viene da loro ricambiato con fiducia e generosità. Il pubblico seguirà con partecipazione questa storia al femminile, che tuttavia non dimentica di rappresentare l’umanità.» (Paola Casella, mymovies.it)