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DOWNTON ABBEY

un film di Michael Engler
con Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Michelle Dockery
Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Matthew Goode, Maggie Smith, Imelda Staunton
sceneggiatura: Julian Fellowes ● fotografia: Ben Smithard
montaggio: Mark Day ● musiche: John Lunn
produzione: Carnival Film & Television, Focus Features
distribuzione: Universal Pictures Italia
Gran Bretagna, 2019 ● 122 minuti

v.o. inglese con sottotitoli in italiano

2019, Hollywood Film Awards: migliori costumi

Dopo 52 episodi e sei stagioni televisive, Downton Abbey fa il salto verso il grande schermo con il cast originale quasi al completo. Un ingranaggio ben oliato e assemblato a regola d’arte.

Siamo nel 1927 quando un evento sconvolge la quiete degli aristocratici Crawley: il conte di Grantham riceve una lettera direttamente da Buckingham Palace, nella quale viene comunicato che re Giorgio V e la sua famiglia reale faranno visita alla dimora. Questo vuol dire che i veri reali soggiorneranno da coloro che hanno sempre vissuto da reali. La notizia li getta nella confusione più totale e in breve tempo la tenuta viene popolata dal maggiordomo e da altri dipendenti del re, che si prodigano per far sì che tutto sia pronto per il grande arrivo. I Crawley si ritrovano impossibilitati ad agire, mentre Downton Abbey sembra aver subito una colonizzazione esterna da parte dell’arrogante personale reale, che umilia i domestici del palazzo. Ma i domestici di Downton non restano a guardare mentre il caos invade la dimora e sono decisi a “contrattaccare” per riprendere quello che un tempo era loro territorio. Nei sotterranei della tenuta escogitano un piano per riconquistare la famiglia e ripristinare l’onore di Downton. Riuscirà la servitù a cacciare gli invasori e accogliere al meglio re Giorgio V e la sua famiglia?

«Credo che il teatro e i film, oltre a essere un intrattenimento, aiutino le persone a entrare in contatto con i loro sentimenti più complessi. Ci mette in contatto con persone che non conosciamo e ci fa capire cosa stanno vivendo. Rende temi politici molto personali.» (Michael Engler)

«Il ritorno a Downton Abbey è stato un’esperienza piuttosto straordinaria, a tratti quasi surreale. Abbiamo finito le riprese dell’ultima stagione nel 2015, ci siamo assicurati che tutti i personaggi fossero tornati sani e salvi alle loro vite, li abbiamo salutati festeggiando il momento con una splendida festa all’Ivy Club e questo pensavo fosse tutto. Sembrava però che il pubblico non fosse ancora del tutto pronto a separarsi dai Crawley e dalla loro servitù e le voci su un film sono cresciute al punto che Gareth Neame e il resto della squadra non sono stati più in grado di resistere. E così è nato il film.» (lo sceneggiatore Julian Fellowes)

«Un vero e proprio sequel della serie Downton Abbey, anzi, praticamente un finale esteso (…) ma la struttura è volutamente accessibile per chi non ha mai visto un episodio della serie, senza perdersi in infiniti cunicoli legati alla continuity (…). Ci sa avvolgere in quella magnifica coperta di rassicurante intrattenimento intelligente, due ore di viaggio nel passato che, dalla prima all’ultima inquadratura, sanno di grande, piacevolissima rimpatriata. Anche per coloro che proprio in questa sede si faranno conquistare per la prima volta dalle note di Lunn e dalle freddure di Violet. Che sia la prima visita o la centesima, Downton sarà sempre lì, in un modo o nell’altro.» (Max Borg, movieplayer.it)