
Emma e il giaguaro nero
un film di Gilles de Maistre
con Emily Bett Rickards, Lumi Pollack, Wayne Charles Baker
sceneggiatura: Prune de Maistre ● fotografia: Olivier Laberge
montaggio: Julien Rey ● musiche: Armand Amar
produzione: Mai Juin Productions
distribuzione: 01 Distribution
Francia, Germania, Canada, 2024 ● 100 minuti
v. doppiata in italiano

Dallo stesso autore di “Mia e il leone bianco” e “Il lupo e il leone”, una nuova storia di amicizia tra uomini e animali impreziosita da riprese naturali di grande intensità e da una storia dai risvolti pedagogici che scalda il cuore dei più piccoli con le sue emozioni e coinvolge i più grandi con la sua bellezza visiva.
Emma è un’adolescente cresciuta in Amazzonia con i genitori appassionati ambientalisti. Dopo la morte della madre vive a New York con il padre. Quando viene a sapere che il giaguaro nero con cui era cresciuta ora rischia di essere catturato dai bracconieri come specie rara inventa una scusa e parte. Viene seguita dalla sua professoressa di Biologia che ha molteplici paure e vorrebbe riportarla indietro.
«All’inizio della mia carriera, ho fatto molti film di denuncia ma poi ho scoperto che questo tipo di formula non convinceva le persone. Se invece fai vedere la foresta pluviale amazzonica e questa bambina che salverà il suo giaguaro, lo spettatore comprende quanto queste cose siano da preservare. Parlare con le famiglie, quindi, partendo dai figli. Mostrare la bellezza per aprire le porte alla comprensione dei problemi del mondo. Quello che mi piace è convincere un bambino, vedere che i suoi occhi brillano dopo la proiezione di un film e che pianta piccoli semi.» (Gilles De Maistre)
«Ovviamente siamo di fronte a un film per famiglie che si rivolge a bambini e a preadolescenti (come la protagonista) non nascondendo di far uso di alcuni stereotipi narrativi. Emma è volitiva e coraggiosa anche se precocemente segnata dalla morte della madre. La professoressa di biologia, detestata perché fa fare esperimenti sulle rane, è piena di paure ma progressivamente se ne libera. Il capo della tribù degli indios è saggio e coraggioso. La donna a capo dei bracconieri è avida e senza scrupoli. Tutto ciò però è finalizzato ad una narrazione che mette in luce non solo la necessità della difesa della fauna ma anche l’urgenza di bloccare il processo di deforestazione che in Amazzonia sta assumendo proporzioni insostenibili dall’intero pianeta. Le riprese paesaggistiche mettono in luce quanto questo polmone verde rappresenti una risorsa e lo fanno grazie ad una storia in cui l’azione, sul versante degli esseri umani, è affidata a una bambina, alla stessa divenuta ragazzina e a una giovane donna.» (Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)