
GLI AMORI DI ANAÏS
un film di Charline Bourgeois-Tacquet
con Anaïs Demoustier, Valeria Bruni Tedeschi, Denis Podalydès, Anne Canovas, Bruno Todeschini
sceneggiatura: Charline Bourgeois-Tacquet ● fotografia: Noé Bach
montaggio: Chantal Hymans ● musiche: Nicola Piovani
produzione: Année Zéro
distribuzione: Officine UBU
Francia, 2021 ● 98 minuti
v. doppiata in italiano
2022, France Odeon: miglior colonna sonora
2021, Festival di Cannes: presentato alla Semaine de la Critique
Anaïs ha trent’anni, è senza un lavoro, vive alla giornata in un appartamento che non può permettersi e corre. Corre sempre e sembra essere inafferrabile, così come lo sono suoi pensieri. La sua vita è così frenetica che nemmeno il suo fidanzato, di cui lei ogni tanto si scorda, sembra riuscire a fermarla. Un giorno però, Anaïs incontra Daniel, un editore che s’innamora immediatamente di lei. Ma Daniel vive con Emilie, un’affascinante scrittrice che, apparentemente in modo inspiegabile, cattura l’attenzione di Anaïs. Le loro strade s’incrociano per un caso fortuito e questo incontro scatena in Anaïs un sentimento che mai aveva provato prima. La ragazza decide così di fare il possibile per incontrare nuovamente Emilie, seguendola ovunque pur di trascorrere del tempo insieme e con lei fermarsi. Inizia così la storia di una giovane donna irrequieta e di un incontro indimenticabile che le cambierà la vita.
«Mi interessava molto la possibilità di scrivere di un personaggio che avesse trent’anni perché trovo che sia un’età vertiginosa, difficile, di passaggio. Un’età in cui si è obbligati, volenti o nolenti, a fare delle scelte di lavoro e di vita che ci riguardano da vicino come la scelta di fare o meno un figlio. Un’età in cui siamo chiamati a porci delle domande alle quali non è facile rispondere. È un momento di transizione» (Charline Bourgeois-Tacquet)
«Anaïs Demoustier non dà solo il volto, ma anche il nome al personaggio e al titolo del film (…), il primo diretto da Charline Bourgeois-Tacquet (…). Segno che la giovane brillante attrice, anche se in secondo piano, e sfocata, nella locandina del film, domina e riempie lo schermo con la sua presenza totalizzante. (…) Le leve lunghe e snelle di Anaïs Demoustier dettano il ritmo al film, ne scandiscono il montaggio, ne costituiscono, almeno per la prima parte, il tratto estetico distintivo. Sono il collante che lega una scena all’altra, ci fanno vivere il film al ritmo della ragazza, in modo che il suo respiro – ansioso, affannato e affamato – diventi il nostro. L’attrice porta in scena il suo corpo asciutto, nervoso e armonioso, muovendolo in un modo che è spesso scomposto, goffo, e che contrasta con la sua grazia estetica. Ma questa è solo una dei tanti modi in cui Gli amori di Anaïs ribalta tante convenzioni e cliché della commedia sofisticata e dei film sulle ossessioni amorose. (…) È un film che ha una sua modernità ma guarda ovviamente alla lezione del cinema francese del passato, alla freschezza della Nouvelle Vague (…). Come molti film francesi, Gli amori di Anaïs finisce ma non finisce. E in fondo che è come l’amore, che tante volte finisce ma non finisce.» (Maurizio Ermisino, movieplayer.it)