GLI SPIRITI DELL’ISOLA

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GLI SPIRITI DELL’ISOLA
The Banshees of Inisherin

un film di Martin McDonagh
con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan
sceneggiatura: Martin McDonagh ● montaggio: Mikkel E.G. Nielsen
fotografia: Ben Davis ● musiche: Carter Burwell
produzione: Searchlight Pictures
distribuzione: Walt Disney
Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, 2023 ● 114 minuti

v. doppiata in italiano

2023, Golden Globes: miglior commedia o film musicale, attore e sceneggiatura
2022, Venezia 79: miglior sceneggiatura, coppa volpi a Colin Farrel

Il regista di Tre Manifesti a Ebbing, Missouri riunisce Colin Farrel e Brendan Gleeson, coppia protagonista del suo film d’esordio In Bruges, per raccontare la storia di un’isola suggestionata dalle leggende e la fine di un’amicizia come metafora della divisione fratricida che segna l’Irlanda dagli anni della Guerra Civile. Un film divertente, triste, cupo e pieno di umanità.

Su una remota isola al largo della costa orientale dell’Irlanda gli amici di una vita Pádraic e Colm sono in un momento di stallo del loro rapporto. Quando Colm mette inaspettatamente fine alla loro amicizia Pádraic, scioccato da questa decisione, non si rassegna e tenta di ricucire il rapporto, aiutato dalla sorella Siobhán e da un giovane e problematico abitante dell’isola, Dominic. I ripetuti sforzi di Pádraic non fanno altro che rafforzare la determinazione dell’ex amico e quando Colm lancia un ultimatum disperato, gli eventi precipitano rapidamente con conseguenze scioccanti.

«Quando scrivo una sceneggiatura tutto si limita al personaggio, al dialogo e alle situazioni. In quella fase le immagini non vengono considerate, quindi il processo legato allo storyboard rappresenta uno stadio importante della narrazione. Mi sono rifatto al lavoro di John Ford e Sergio Leone riprendendo l’angolazione bassa, le inquadrature dal basso di Sergio Leone e quelle attraverso le porte e le finestre nel lavoro di Ford. L’ambientazione storica de Gli Spiriti dell’Isola, 1923, si prestava all’idea di un western, due pistoleri quasi solitari che litigano e iniziano una rissa nel saloon locale. Lo trovo un film davvero bello con interpretazioni strepitose. Divertente… ma triste. Non si fanno più film tristi, nessuno ci prova.» (Martin McDonagh)

«A volte sembra quasi strano ridere durante i film di Martin McDonagh. Sono esilaranti, infinitamente citazionistici e allo stesso tempo molto, molto tristi. È difficile dire come tutto questo si unisca, ma è così. È quasi come se, dopo aver capito che il mondo è destinato a fallire e che ogni speranza è svanita, ci si mettesse a sedere e si sorridesse. (…) La voce di McDonagh, così come il suo umorismo, è così unica che dovrebbe essere celebrata molto di più. (…) Nelle mani di un’altra persona, questa sarebbe potuta finire come una storiella carina, ma McDonagh riesce sempre ad aggiungere debolezza umana, crudeltà. (…) C’è qualcosa di profondamente personale in alcuni dei temi trattati, sulla crudeltà del tempo che passa e sull’eredità che si vuole lasciare (…). Cosa è più prezioso nella vita: l’arte, il lavoro o forse solo l’essere gentili? Vale la pena sacrificare tutto nella speranza di essere ricordati secoli dopo? Queste grandi domande sono gestite con cura e con un linguaggio deliziosamente scurrile da due attori che sembrano godersi ogni secondo dei tragici incontri dei loro personaggi, si divertono con i dialoghi e lasciano che tutto scorra. È un’accoppiata bellissima, anche se uno dei due non fa altro che cercare di fuggire, arrivando però solo a portare il suo calice di birra fuori. Di recente qualcuno mi ha detto che la fine di un’amicizia fa più male della fine di un amore. D’altra parte, probabilmente sono la stessa cosa. E questo film è una storia d’amore.» (Marta Bałaga, Cineuropa.org)