I Cento passi
un film di Marco Tullio Giordana
con Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo
sceneggiatura: Claudio Fava, Marco Tullio Giordana ● fotografia: Roberto Forza
montaggio: Roberto Missiroli ● musiche: Ezio Bosso
produzione: Rai Cinema, Cinecittà
distribuzione: Minerva Pictures, FilmClub Distribuzione
Italia, 2000 ● 114 minuti
v.o. in italiano
edizione restaturata a 25 anni dalla prima uscita

A venticinque anni dall’uscita, torna al cinema in una nuova versione restaurata “I cento passi”, la straordinaria storia di Peppino Impastato, eroe antimafia interpretato da un immenso Luigi Lo Cascio. Diretto da Marco Tullio Giordana, il film racconta la vera storia di Peppino Impastato, giovane attivista ucciso dalla mafia nel 1978 per aver denunciato il potere criminale del boss mafioso Tano Badalamenti, che viveva a soli cento passi da casa sua. Un racconto che va oltre la cronaca, diventando memoria collettiva e invito al coraggio. Premiato a Venezia con il Leone alla Migliore Sceneggiatura e vincitore di cinque David di Donatello, due Globi d’Oro e un Nastro d’Argento, “I cento passi” resta un film potente, necessario ora come allora.
Il film racconta la vita di Giuseppe “Peppino” Impastato, giovane siciliano nato in una famiglia mafiosa, che decide di ribellarsi alla criminalità organizzata. Cresciuto a Cinisi, a pochi “cento passi” dalla casa del boss Tano Badalamenti, Peppino denuncia le attività mafiose tramite la radio libera Radio Aut. La sua voce scomoda e coraggiosa lo renderà bersaglio della mafia, fino al suo assassinio nel 1978, inizialmente mascherato da suicidio.
«Questo non è un film sulla mafia, non appartiene al genere. È piuttosto un film sull’energia, sulla voglia di costruire, sull’immaginazione e la felicità di un gruppo di ragazzi che hanno osato guardare il cielo e sfidare il mondo nell’illusione di cambiarlo. È un film sul conflitto familiare, sull’amore e la disillusione, sulla vergogna di appartenere a uno stesso sangue. È un film su ciò che di buono i ragazzi del’68 sono riusciti a fare, sulle loro utopie, sul loro coraggio. Se oggi la Sicilia è cambiata e nessuno può fingere che la mafia non esista (ma questo non riguarda solo i siciliani) molto si deve all’esempio di persone come Peppino, alla loro fantasia, al loro dolore, alla loro allegra disobbedienza.» (Marco Tullio Giordana)
«Marco Tullio Giordana, in quello che è il suo film migliore, più forte, più diretto, ibrida con successo il cinema di impegno civile (viene citato ‘Le mani sulla città’) con umori più personali e generazionali, intreccia la denuncia e il ritratto toccante e autentico di un angelo ribelle. E se la sceneggiatura è scritta con inconsueta precisione, schivando retorica e colore, gran parte della riuscita del film la si deve a una squadra di attori di sorprendente bravura guidati senza sbavature da Giordana (…) Da vedere anche per chi non è sensibile all’effetto nostalgia.» (Irene Bignardi, la Repubblica, 1 settembre 2000)

