IL GUSTO DELLE COSE

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IL GUSTO DELLE COSE

un film di Trần Anh Hùng
con Juliette Binoche, Benoît Magimel, Emmanuel Salinger
sceneggiatura: Trần Anh Hùng ● fotografia: Jonathan Ricquebourg
montaggio: Mario Battistel
produzione: Curiosa Films
distribuzione: Lucky Red
Francia, 2024 ● 134 minuti

2023 Festival di Cannes: premio per la miglior regia

Immerso in una atmosfera proustiana, cullato da una luce che accarezza i corpi e gli oggetti di scena, un film dall’incedere lento ed ipnotico, elegia del cibo come atto d’amore e come rituale umano da (ri)scoprire. Non è Chocolat parte II: è molto di più.

Francia, 1885. Eugénie, cuoca eccezionale, lavora da 20 anni per il famoso gastronomo Dodin Bouffant. Col tempo, dal rapporto professionale e la reciproca ammirazione nasce un sentimento. Tuttavia, Eugénie è insicura se legarsi a Dodin, così quest’ultimo decide di fare qualcosa che non aveva mai fatto prima: cucinare per lei.

«Qualche tempo fa volevo realizzare un film sull’arte, e mi sono detto perché non farlo sulla cucina? In fondo è un’arte molto concreta di cui si possono osservare tutte le fasi del processo di elaborazione di una ricetta, e che appare sullo schermo in modo molto realistico. (…) Ho fatto molte ricerche e letto libri sugli chef, anche se il loro mondo è molto lontano dal mio. E poi qui quel che mi interessava veramente era qualcos’altro. Mostrare un uomo e una donna insieme al lavoro nella preparazione di queste prelibatezze.» (Trần Anh Hùng)

«Il film usa il cibo come metafora smaccata di una forma di altruismo, di accudimento, di realizzazione personale; ma il suo incedere reiterato, il suo sguardo estatico sanno catturare un senso del cibo quasi mistico, mai legato a un piacere solamente terreno. È la perfezione che si cerca, la sintonia, l’equilibrio assoluto di un benessere sensoriale. Hùng accarezza i suoi attori immergendoli in una luce pittorica, restituisce odori e sapori attraverso un cinema tanto elegante quanto tattile, concreto. Il gusto delle cose è una variazione sul tema dell’amore romantico, colmo di tenerezza umana verso i suoi personaggi, incapaci di mostrare la loro affettività fino in fondo ma, sempre, dediti alla loro vocazione intesa come dono, come ricerca della perfezione, come misura del mondo.» (Federico Pedroni, Cineforum.it)