Il ragazzo dai pantaloni rosa
un film di Margherita Ferri
con Claudia Pandolfi, Samuele Carrino, Andrea Arru, Sara Ciocca, Corrado Fortuna
sceneggiatura: Roberto Proia ● fotografia: Martina Cocco
montaggio: Mauro Rossi ● musiche: Francesco Cerasi
produzione: Weekend Films
distribuzione: Eagle Pictures
Italia, 2024 ● 121 minuti
v.o. italiano
Un film ispirato alla nota storia vera di Andrea Spezzacatena, quindicenne vittima di cyberbullismo a sfondo omofobo: una vicenda drammatica, ma che viene qui narrata con leggerezza e dando ampio spazio alle dinamiche che si vengono a creare in casi simili. Un film per tutta la famiglia, per commuoversi e riflettere insieme su problemi molto diffusi nella scuola.
Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa è una storia drammatica e commovente che racconta la vita di Andrea Spezzacatena, un quindicenne vittima di bullismo, che si tolse la vita il 20 novembre 2012. La sua storia è diventata il primo caso noto in Italia di suicidio di un minorenne causato da bullismo. La vicenda narra di come un semplice errore nel lavaggio dei jeans, che li fece diventare rosa, scatenò una serie di atti di bullismo nei confronti di Andrea, culminando con la creazione di una pagina Facebook offensiva che aumentò ulteriormente le molestie. La madre di Andrea, Teresa Manes, scoprì l’esistenza della pagina solo dopo la tragica morte del figlio.
«È un tema non molto raccontato e al pubblico giovane mancano storie in cui riconoscersi, rivedendo emozioni che si sono vissute. Nell’adolescenza in tanti subiscono l’emarginazione, la discriminazione, in tanti si sono sentiti diversi o sono stati gli altri a farli sentire sbagliati» (Margherita Ferri)
«Il ragazzo dai pantaloni rosa entra con garbo e rispetto nella vita di Andrea, un ragazzo come tanti, e racconta la sua storia immaginando che sia lui stesso, dall’aldilà a distanza di dodici anni dalla tragedia, a narrarla. Un espediente, quello del voice over, spesso rischioso al cinema, ma che qui diventa strumento semplice e adatto per far immediatamente entrare lo spettatore in sintonia con il protagonista della storia. Non c’è tragicità in questo racconto mai caricato di un pathos che sarebbe stato superfluo; soprattutto si percepisce con chiarezza la determinazione, tanto nel linguaggio della regia quanto il quello della scrittura, a non indugiare né drammatizzare una storia che basta in se stessa a chiarire la gravità del suo portato. La regista Margherita Ferri e lo sceneggiatore Roberto Proia riescono a veicolare con la leggerezza necessaria un contenuto forte che prima di tutto possa arrivare direttamente all’esperienza ordinaria di ogni adolescente. Non ci sono vittime dannate e predestinate né carnefici da colpevolizzare ne Il ragazzo dai pantaloni rosa, ma solo ragazzi comuni, a tratti fragili a tratti troppo coraggiosi fino a diventare drammaticamente incoscienti, osservati nella loro vita ordinaria con le gioie, i dolori e soprattutto le piccole grandi difficoltà di fronte a cui la vita comincia a porli.» (Vania Amitrano, ciakmagazine.it)