IL RITORNO DI CASANOVA

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IL RITORNO DI CASANOVA

un film di Gabriele Salvatores
con Toni Servillo, Sara Serraiocco, Fabrizio Bentivoglio, Natalino Balasso
sceneggiatura: Umberto Contarello, Sara Mosetti, Gabriele Salvatores
fotografia: Italo Petriccione ● montaggio: Massimo Fiocchi
produzione: Indiana Production
distribuzione: 01 Distribution
Italia, 2023 ● 95 minuti

v.o. in italiano

Ispirandosi liberamente al Casanova di Arthur Schnitzler Gabriele Salvatores mette in scena una parte della sua biografia attraverso il tema del doppio: da una parte Casanova e dall’altra la figura di un regista, rispettivamente interpretati da Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, fanno rivivere un classico della letteratura in un film dove cinema e vita si confondono. Con questo autoritratto Salvatores sembra chiedersi: l’arte può salvare dall’inesorabile scorrere del tempo?

Leo Bernardi è un affermato e acclamato regista alla fine della sua carriera, che non ha alcuna intenzione di accettare il suo lento declino. Per la sua ultima opera, Leo ha scelto di raccontare il Casanova di Arthur Schnitzler, un personaggio incredibilmente simile a lui, più di quanto lui stesso possa immaginare. Quello raccontato da Schnitzler è un Casanova che ha ormai superato la sua gioventù, i tempi di gloria sono andati: non ha più il suo fascino e il suo potere sulle donne, non ha più un soldo in tasca, non ha più voglia di girare l’Europa. Dopo anni di esilio, ha un solo obiettivo: tornare a Venezia, casa sua. Nel suo viaggio verso casa, Casanova conosce una ragazza, Marcolina, che riaccende una fame di conquista che non sentiva da anni. Nel tentativo di sedurla, Casanova arriverà alla più tragica delle conclusioni: è diventato vecchio. Non è un caso se Leo Bernardi abbia deciso di raccontare questa storia proprio adesso, in un momento cruciale della sua vita e della sua carriera. Le inquietudini e i dubbi dei due sono incredibilmente simili. È più importante il Cinema o la Vita? Continuare a recitare il proprio personaggio o lasciarsi andare alle sorprese che la Vita ti propone?

«Da una parte mi permetteva di raddoppiare il gioco del doppio. Dall’altra mi consentiva di parlare di cose che conosco bene. Io non sono affatto un libertino, ma un regista è un seduttore: deve sedurre il suo pubblico. Mi sono quindi inventato la storia di un regista, interpretato da Toni Servillo, che deve fare un film su Casanova e durante le riprese, come succede a Casanova, impersonato nel suo film da Fabrizio Bentivoglio, si innamora di una ragazza decisamente più giovane di lui che lo metterà in crisi. È un uomo che ha sempre vissuto pensando che il cinema potesse in qualche modo sostituire la realtà. Succede anche a me: il cinema ti permette di vivere in un mondo altro, di essere padrone di quello che fai, di decidere come deve andare quella storia. Nella vita non c’è regia. La quotidianità mi spaventa, come spaventa il personaggio di Servillo. Infatti uno dei temi del film è: è più importante il cinema o la vita?» (Gabriele Salvatores)

«Il ritorno di Casanova è una partita di ping pong. Colpo e rovescio, batti e ribatti. Tic e tac, da una parte all’altra di un tavolo spaccato a metà, conteso da due opposte visioni. Il cinema, assoluto e consolatorio, e la realtà, assuefatta e sfuggente in nome di una costante ricerca di identificazione. In mezzo l’arbitro intransigente, che guarda avanti senza mai voltarsi: il tempo. Una riflessione potente ed elegante, sinusoidale e sapientemente drammatica, se non fosse per l’umorismo – pervasivo e svagato – ad alterare il chiaro e lo scuro che rimpalla i colori accesi di un film nel film, frullando amore, vecchiaia, egocentrismo, arte, egoismo. Potremmo dire che Il ritorno di Casanova di Gabriele Salvatores, oltre essere uno dei migliori del regista di Nirvana e Mediterraneo, è un forte atto d’amore nei confronti del cinema stesso, estrapolando la storia dall’omonimo racconto del 1918 firmato da Arthur Schnitzler per adattarla in un confine sfocato, suadente ed estetico.» (Damiano Panattoni, Movieplayer.it)