ILLUSIONI PERDUTE

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ILLUSIONI PERDUTE

un film di Xavier Giannoli
tratto dall’omonimo libro di Honoré de Balzac
con Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan,
Jeanne Balibar, Gérard Depardieu, Louis-Do de Lencquesaing, André Marcon
sceneggiatura: Jacques Fieschi, Xavier Giannoli ● fotografia: Christophe Beaucarne
montaggio: Cyril Nakache
produzione: Curiosa Films, Gaumont
distribuzione: I Wonder Pictures
Francia, Belgio, 2021 ● 144 minuti

v. doppiata in italiano

2021, Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: in concorso

Ogni generazione ha le sue illusioni perdute. Xavier Giannoli ha messo in scena quelle di un’epoca (o forse due?) facendo esplodere sullo schermo l’incredibile modernità di un classico.

Lucien Chardon, de Rubempré da parte di madre, si sogna scrittore nella campagna di Angoulême. A incoraggiare i suoi versi e la sua ambizione è Madame de Bargeton, sposata a un uomo molto ricco e troppo vecchio per lei. Lui scrive poesie per elle, lei è sedotta dalla poesia. Lo scandalo provocato dalla loro relazione, lo spinge a lasciare la provincia per Parigi e la fama letteraria. Ma la capitale non fa sconti a Lucien, che passa dalle braccia di Madame de Bargeton a quelle di Coralie, attrice plebea a cui si consacra. A cambiargli la vita sarà l’incontro con Étienne Lousteau, redattore corrotto e corruttore di una piccola gazzetta di successo, che lo inizia al mestiere: fare il bello e il cattivo tempo sul mondo del teatro e dell’editoria. Fresco nel suo stupore, Lucien impara presto ‘la commedia umana’ e supera il maestro in perfidia. A colpi di penna abbatte l’aristocrazia che lo ha rifiutato e gli nega il titolo nobiliare che vorrebbe dannatamente riprendersi. A sue spese imparerà che tutto si compra e tutto si vende, la letteratura come la stampa, la politica come i sentimenti, la reputazione come l’anima.

«Balzac aveva capito che la società moderna sarebbe stata una lotta e che tutto avrebbe riguardato l’economia – e che il nuovo Dio sarebbe stato il denaro. Nello stesso momento in cui Balzac lo scriveva, Karl Marx camminava per le strade di Parigi, ed entrambi sapevano che tutta la nostra civiltà era sull’orlo di un cambiamento radicale. Quindi Balzac è la matrice del mondo moderno come lo conosciamo. Ha tutto: il potere del denaro, le bugie, la fine di un certo tipo di cattolicesimo e un mondo senza Dio, dove si può comprare e vendere tutto. Ecco perché la prospettiva di Lucien è così importante – ha avuto un assaggio della bellezza. Ma sarà possibile per lui rimanere in questo pazzo mondo? Mi è piaciuto anche mostrare questo milieu del giornalismo di allora in questi tempi di Twitter e Instagram. In molti modi, questi ragazzi erano come gli influencer di oggi. Cos’è autentico in questo mondo dei media? Dov’è la verità?.» (Xavier Giannoli)

«Illusioni perdute racconta con arguzia mai didascalica l’ascesa del capitalismo moderno, smascherando inoltre annose pratiche malsane dell’editoria e del giornalismo. Per i “figli della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità” tutto è negoziabile: i fischi e gli applausi a teatro si vendono al migliore offerente, così come gli articoli e le recensioni. Un libro non si pubblica se chi lo ha scritto non ha un volto noto o perlomeno un nemico famoso: l’artefatta polemica si crea a tavolino per attrarre attenzione e battere cassa. Un giornale prende per vero tutto ciò che è probabile, perché l’unica verità sono i dati di vendita. I giornalisti, veri e propri trafficanti di parole, creano e influenzano le opinioni dei lettori. Non è dunque difficile per lo spettatore contemporaneo comprendere che in realtà Balzac e Giannoli si stiano direttamente interfacciando con la nostra sensibilità di pedine immerse in un sistema mediatico corrotto, le cui regole non sono concettualmente diverse da quelle del diciannovesimo secolo (…) Illusioni perdute è dunque un grande film perché non perde mai in purezza, raccontando con cinismo un mondo che conosciamo molto bene, ma da cui non riusciamo a sfuggire per la sua sensualità e il morboso fascino della sua insania.» (Adam Olivo, hotcorn.it)