La brava moglie

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La brava moglie

un film di Martin Provost
con Juliette Binoche, Yolande Moreau, Noémie Lvovsky, Edouard Baer, François Berléand,
Marie Zabukovec, Anamaria Vartolomei, Lily Taieb, Pauline Briand, Armelle
sceneggiatura: Martin Provost, Séverine Werba ● fotografia: Guillaume Schiffman
montaggio: Albertine Lastera ● musiche: Grégoire Hetzel
produzione: Les Films du Kiosque
distribuzione: Movies Inspired
Francia, Belgio, 2021 ● 109 minuti

v. doppiata in italiano

Una scuola per casalinghe insegna a diventare mogli perfette. Ma siamo alle soglie del ’68 e l’emancipazione femminile inizia a farsi largo. Una nuova commedia di Martin Provost con al centro una figura femminile che mette in discussione vecchie certezze . “Non siamo nel medioevo”.

Avere cura della casa e piegarsi al dovere coniugale senza fiatare: è ciò che insegna con ardore Paulette Van Der Beck nella sua scuola per casalinghe. Quando improvvisamente si trova vedova e senza soldi, le sue certezze vacillano. Sarà per il ritorno del suo primo amore o per il vento di libertà del maggio ‘68? E se la brava moglie diventasse finalmente una donna libera?

«Il film è nato da un incontro. Un’estate ho affittato una casa appartenente a una signora di 80 anni di nome Albane. Era una nobile, ma viveva da contadina, con i suoi animali. Abbiamo fatto amicizia e mi ha raccontato come avesse deciso, dopo la guerra, di non studiare, contro il parere dei genitori, perché preferiva frequentare la scuola per casalinghe, restando così con le sue amiche. Non sapevo esattamente cosa fosse una «scuola per casalinghe», ma sentendola parlare della sua esperienza ho visto sfilare delle immagini. Con la mia co-sceneggiatrice Séverine Werba ho immediatamente iniziato delle ricerche. Intorno a noi delle testimonianze dirette attestavano quell’epoca conclusa eppure non così lontana. Negli archivi dell’INA, Institut National de l’Audiovisuel, abbiamo anche scovato dei documentari sorprendenti su quelle scuole.» (Martin Provost)

«Fa uno strano effetto guardare questa commedia pensando che non sono passati nemmeno cinquant’anni dal mondo che mette in scena. Fa strano perché molti di quelli che sembrano degli ostacoli da superare, delle barriere culturali e sociali così ben radicate tra i personaggi del film, oggi ci sembrano scontati. I momenti migliori del film avvengono proprio quando a ciò che per noi, pubblico del 2021, appare ovvio si contrappone quest’educazione severa e d’altri tempi che dovrebbe formare le ragazze. È qui che il film riesce a coinvolgere, riesce a instaurare un dialogo con gli spettatori e riesce persino a far loro accettare altre tematiche che ancora oggi sono argomenti di lotta» (Matteo Maino, movieplayer.it)