LA STANZA ACCANTO

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LA STANZA ACCANTO

un film di Pedro Almodóvar
con Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro
sceneggiatura: Pedro Almodóvar ● fotografia: Eduard Grau
montaggio: Teresa Font ● musiche: Alberto Iglesias
produzione: El Deseo
distribuzione: Warner Bros. Pictures
Spagna, 2024 ● 110 minuti

v. doppiata in italiano

2024, Mostra del cinema di Venezia: Leone d’oro

Dopo le dolenti memorie autobiografiche di Dolor Y Gloria e le riflessioni sulla maternità e la Storia di Madres Paralelas, il regista spagnolo conferma lo sguardo di profonda umanità che contraddistingue la sua ultima produzione, rivolgendosi a due attrici di prim’ordine per orchestrare un sofferto, delicato e commovente racconto di amicizia, vita e morte.

martedì 7 Gennaio 17:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

martedì 7 Gennaio 21:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

mercoledì 8 Gennaio 21:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

giovedì 9 Gennaio 21:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

Ingrid e Martha sono amiche da anni, e non si sono mai dette mezze verità. Ingrid è una scrittrice di successo il cui ultimo libro racconta la sua incapacità di capire e accettare la morte. Martha è stata una corrispondente di guerra e ora è affetta da un tumore che potrebbe essere curabile con una terapia sperimentale, ma intanto si è preparata all’idea di morire, e ha già scelto, nel caso, come farlo: con una pillola comprata sul dark web. Ciò che vorrebbe però è non morire sola, e poiché il suo rapporto con la figlia le appare come irrimediabilmente compromesso chiede a Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua nel momento in cui dovesse decidere di “abbandonare il party”.

«È sempre difficile parlare di morte. So che tutti dobbiamo morire a un certo punto e lo accetto. Per alcune persone è più difficile, io nella mia vita l’ho affrontato varie volte e ho sostenuto i miei conoscenti, ma credo che dobbiamo parlare di vita. Il film parla di autodeterminazione e del diritto di decidere come morire.» (Pedro Almodóvar)

«Sotto la cupola affascinante e avvolgente di un melodramma umano, ma per nulla lacrimevole, Almodóvar ci presenta dunque una sua riflessione sul narrare, se stessi e gli altri, e sulle problematiche etiche che ciò comporta. (…) Con lo scorrere del film poi (…) emerge anche il portato metacinematografico (…). “I film sono più armoniosi della vita” diceva François Truffaut in Effetto notte, e l’arte in generale lo è, questo Almodóvar, da intellettuale ed esteta, lo sa bene. E così, tra geometrie architettoniche, abiti sobri e raffinati, i cui colori primari esplodono sullo schermo, compaiono in La stanza accanto numerose citazioni pittoriche, letterarie e, naturalmente, cinematografiche. (…) E allora proprio in questi tempi difficili non resta che affidarsi all’arte, e auspicabilmente, sembra dirci Almodóvar, anche trasformarsi in arte, perché – noi cinefili lo sappiamo bene-, basta aggiungere un po’ di finzione e tutto diventa più bello e accettabile, anche la morte.» (Daria Pomponio, quinlan.it)