La stranezza

/ / Senza categoria

La stranezza

un film di Roberto Andò
con Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Renato Carpentieri,
Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio
sceneggiatura: Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso ● fotografia: Maurizio Calvesi
montaggio: Esmeralda Calabria ● musiche: Emanuele Bossi, Michele Braga
produzione: BiBi Film
distribuzione: Medusa Film
Italia, 2022 ● 103 minuti

v.o. in italiano

Roberto Andò dimostra che è possibile contaminare alto e basso, colto e popolare, riuscendo a intrattenere con eleganza letteraria e a divertire come uno spettacolo spassoso di piazza. Una commedia dai toni surreali che trasuda amore per il teatro, così come per le misteriose stranezze della creazione artistica. Protagonista un trio insolito che funziona meravigliosamente.

1920. Il ritorno in Sicilia di Luigi Pirandello e l’incontro con due teatranti amatoriali, Nofrio e Bastiano, che di mestiere fanno i becchini. Lo scrittore è ossessionato da un’idea strana e ancora indefinita, la creazione di una nuova commedia, ma allo stesso tempo non riesce ad essere indifferente al fascino singolare dei due. Ne spia le prove e assiste alla prima della loro nuova farsa. Nel teatrino si è infatti radunato l’intero paese e quando un evento imprevisto costringe Nofrio e Bastiano a interrompere la rappresentazione l’atmosfera vira dal comico al tragico. Repentinamente, lo spettacolo si trasforma in una resa dei conti totale in cui a confrontarsi sono platea ed attori. Pirandello spia ogni minima parola, ogni minimo gesto di quella comunità dolente e ne sembra insieme divertito e turbato. Roma, 1921. Al Teatro Valle si tiene la prima dei Sei personaggi in cerca d’autore. In platea, ci sono anche Nofrio e Bastiano. La recita inizia e i due assistono sorpresi e rapiti al susseguirsi di situazioni paradossali, inconsapevoli che ciò che li aspetta è un finale ancora più imprevedibile.

«Sono siciliano, sono nato in una terra dove Pirandello ci ha spiegato che la realtà è molto più complicata di quello che appare. Il mio non è un Pirandello monumentale ma fragile e simpatico che capisce, grazie ai due teatranti che incontra, qual è la sua idea di teatro. Senza volere fare alcuna accusa alla scuola penso che il film possa essere l’occasione per avvicinare agli studenti un genio della letteratura italiana, ma mostrandolo nella sua umanità. Perché spesso accade che a scuola certi autori vengano percepiti come distanti, incomprensibili, complessi.» (Roberto Andò)

«Il cinema e il teatro non sono cose troppo diverse nel lavoro di Roberto Andò, ed in questo film si baciano, con delicatezza, fino a restare contaminati da una sola ispirazione. L’ispirazione. È quello che cerca Luigi Pirandello, storie e personaggi che lo perseguitano, affollano la sua testa, cercano un ruolo. Semplici fantasmi nati dalla fantasia dell’autore, spesso abortiti, condannati a girare a vuoto prima di trovare posto nel mondo e farsi materia di sogno e ricordi. (…) Lo sguardo di Andò gioca con le ossessioni, la passione, l’idolatria (…). L’arte rompe ogni schema, rende ogni etichetta convenzionale, distrugge i distintivi e le rivalità, cancella l’idea di polverosi professori a distribuire premi. Ascolta il respiro e la saggezza della tradizione, le superstizioni, osserva la banalità, poi osserva il processo di trasformazione del materiale umano nella sua forma sublime. La stranezza è un film che parla a tutti, con leggerezza ed umiltà, di un processo creativo, e costruisce un quadro verosimile, dimostrando come ogni storia possa essere raccontata. Basta scegliere le persone giuste per farlo.» (Antonio D’Onofrio, sentieriselvaggi.it)