LA TENEREZZA
L’ATTACHEMENT
un film di Carine Tardieu
con Valeria Bruni Tedeschi, Pio Marmaï, Vimala Pons e Raphaël Quenard
sceneggiatura: Carine Tardieu, Raphaële Moussafir, Agnès Feuvre
fotografia: Elin Kirschfink ● montaggio: Christel Dewynter
musiche: Eric Slabiak
produzione: KARÉ PRODUCTIONS
distribuzione: NO.MAD ENTERTAINMENT
Francia, Belgio, 2024 ● 106 minuti
v. doppiata in italiano
2024 Mostra del cinema di Venezia: orizzonti

Tratto dal romanzo “L’Intimité” di Alice Ferney, LA TENEREZZA è il racconto di un’incontro in grado di cambiare le vite dei suoi protagonisti, una commovente storia di affetti incrociati e un’ode d’incredibile delicatezza alla solidarietà.
Sandra, cinquantenne indipendente e single per scelta, si vede costretta da un giorno all’altro a condividere l’intimità del suo vicino di casa Alex e dei suoi due bambini. Contro ogni aspettativa, Sandra inizia pian piano ad affezionarsi e diventa la figura femminile di questa sua nuova famiglia adottiva. Nascerà tra loro un legame speciale.
«Mi piaceva l’idea di realizzare il ritratto di una donna moderna, non sottomessa ai dettami del patriarcato, che rivendica la sua indipendenza e che assume il suo celibato senza avere la necessità di giustificarsi. Una donna libera insomma, ma che, scossa dall’affetto che un bambino e il suo patrigno in lutto provano per lei, vede improvvisamente tutte le sue certezze andare in frantumi… (…) In questa società sempre più frazionata e che erige muri, mi è sembrato fondamentale raccontare invece una storia che butti giù le pareti, in senso letterale, poiché si tratta di far cadere la parete che separa due appartamenti.» (Carine Tardieu)
«Carine Tardieu – al suo quinto lungometraggio dopo I giovani amanti, e al secondo adattamento letterario dopo Du vent dans mes mollets – trova una solidissima protagonista nell’ottima Valeria Bruni Tedeschi, alle prese con un ruolo molto diverso da quello di donna fragile e insicura che spesso ha interpretato, anche in progetti recenti. Non è infatti la moglie tormentata del Pirandello di Eterno visionario, né l’eccentrica nobildonna Gaia Bradiforti de L’arte della gioia, ma una figura indipendente, complessa, che ama la lettura, fuma in casa, salta i pasti per pigrizia e non ammette nessuno nella sua camera da letto.» (Matteo Pasini, Sentieri selvaggi)

