La terra dei figli

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LA TERRA DEI FIGLI

un film di Claudio Cupellini
con Leon De La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane, Maurizio Donadoni, Franco Ravera
Alessandro Tedeschi, Valerio Mastandrea, Valeria Golino
sceneggiatura: Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini
Liberamente tratto da LA TERRA DEI FIGLI di GIPI
fotografia: Gergely Poharnok ● montaggio: Giuseppe Trepiccione
musiche: Motta
produzione: Indigo Film
distribuzione: 01 Distribution
Italia, 2021 ● 120 minuti

v.o. in italiano

Racconto di formazione, parabola angosciante, adattamento di pregio di uno degli autori più rilevanti del nostro contemporaneo: La terra dei figli è la voglia di allargare lo sguardo e le prospettive di un cinema italiano che di rado racconta la fine del mondo.

La fine della civiltà è arrivata. Non sappiamo come. Un padre e suo figlio, un ragazzino di quattordici anni, sono tra i pochi superstiti: la loro esistenza, su una palafitta in riva a un lago, è ridotta a lotta per la sopravvivenza. Non c’è più società, ogni incontro con gli altri uomini è pericoloso. In questo mondo regredito, il padre affida a un quaderno i propri pensieri, ma quelle parole per suo figlio sono segni indecifrabili. Alla morte del padre, il ragazzo decide di intraprendere un viaggio verso l’ignoto alla ricerca di qualcuno che possa svelargli il senso di quelle pagine misteriose. Solo così potrà forse scoprire i veri sentimenti del padre e un passato che non conosce.

«Sono una fan di Gipi da tantissimi anni. Amo il suo lavoro. Ho incontrato La terra dei figli nel momento in cui, sempre con Filippo Gravino e Luca Iuculano, stavo scrivendo un nuovo film. In quel momento gli ho chiesto di fermarci perché ero rimasto fulminato da una storia che conteneva dei temi a me cari perché li avevo affrontati in Una vita tranquilla ma anche perché vedevo tutta la letteratura e tutto il cinema che ho sempre amato. La terra dei figli mi fa venire in mente Mark Twain o Cormac McCarthy» (Claudio Cupellini )

«Non esiste futuro possibile nella terra dei figli, e questo è innanzitutto perché non esiste più il passato, se non nelle parole annotate sul diario da un padre, che però nessuno sa più leggere, o si rifiuta di farlo senza nulla in cambio: dal graphic novel di Gipi, Cupellini mutua soprattutto la centralità di una questione fondamentale dei nostri tempi, la possibilità di cancellare e riscrivere il passato per una generazione costretta a viverne esclusivamente le conseguenze, che hanno assunto la forma di un presente immobile.» (Sergio Sozzo, sentieriselvaggi.it)