Le Grand Bal

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LE GRAND BAL

un film di Laetitia Carton
soggetto: Laetitia Carton ● montaggio: Rodolphe Molla
fotografia: Karine Aulnette, Prisca Bourgoin, Laetitia Carton, Laurent Coltelloni
suono: Nicolas Joly, François Waledisch
produzione: SaNoSi Productions
distribuzione: Barz and Hippo, in collaborazione con Folkambroeus
Francia, 2018 ● 99 minuti

v.o. in francese sottotitolata in italiano

2018, Festival di Cannes, selezione ufficiale – fuori concorso ● finalista Premio César
Seeyousound FF, Miglior colonna sonora

ingresso gratuito

Dopo Alamar e 1945 arriva la terza fatica distributiva di Barzandhippo! Le Grand Bal vi trascinerà in un turbinio di danze, in un’esperienza gioiosa e nello stesso tempo intima, in grado di lanciare senza retorica un messaggio di umanità, cultura e condivisione.

Ogni anno più di duemila persone, di età ed estrazione sociale diverse, si riuniscono da ogni parte d’Europa nella campagna francese per un’esperienza straordinaria: Le Grand Bal. Per 7 giorni e 8 notti ballano insieme, mentre la musica suona dal vivo, in un emozionante connubio tra tradizione e modernità. La grazia del ritmo supera ogni fatica fisica e la gioia pura della danza abbatte le barriere. Le Grand Bal è un inno senza tempo alla magia del ballo e all’armonia di anime e corpi nella diversità.

«Le donne ballano con gli uomini, gli uomini con le donne, le donne con le donne e sempre di più, gli uomini con gli uomini. Nell’arco di una danza, un legame particolare può intessersi con il proprio partner per creare un universo sottile, magico e unico. Si sa come si entra in una mazurka, non si sa in che stato affettivo se ne uscirà. Quest’emozione, questa convivialità, quest’energia condivisa che nasce da questa collettività, non la trovo altrove… Nel bal folk si è semplicemente ballerini o ballerine. Non ci sono ricchi e poveri, non c’è apparire o statuto sociale. Tutti si amalgamano nell’arco di una notte.» (Laetitia Carton)

«Ma Le Grand Bal non è solo il documentario su una kermesse di danza popolare: è anche il resoconto della convivenza dei danzatori nell’enorme tendopoli improvvisata condividendo bagni, grandi bevute e street food, tutti disciplinati da una macchina organizzativa capillare. Che cosa porta questa comunità danzante verso Gennetines? Il desiderio di lasciarsi andare ed entrare in contatto con gli altri, ritrovando quel senso della collettività accantonato dall’individualismo quotidiano, quel ritmo della natura schiacciato dalla frenesia cittadina. “Senza ballare sarebbe troppo dura”, afferma un ragazzo che per campare fa l’idraulico.» (Paola Casella, mymovies.it)