L’ULTIMA NOTTE DI AMORE
un film di Andrea Di Stefano
con Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva
sceneggiatura: Andrea Di Stefano ● fotografia: Guido Michelotti
montaggio: Giogiò Franchini ● musiche: Santi Pulvirenti
produzione: Indiana Production
distribuzione: Vision Distribution
Italia, 2022 ● 120 minuti
v.o. in italiano
2023, Berlinale: fuori concorso
Per il suo primo lungometraggio in Italia dopo aver diretto a Hollywood Benicio del Toro e Clive Owen, Andrea Di Stefano usa il poliziesco per raccontare una Milano lontana da ogni schema. Un grande noir italiano e un viaggio al termine della notte milanese che non si dimentica. Un film di chiaroscuri e sfumature morali ed etiche, complesse e contraddittorie, di scelte e di uomini tutti d’un pezzo.
Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.
«Ho sempre immaginato questo film come un film d’altri tempi, sia per fabbricazione che per narrazione, e con l’obiettivo ultimo di raccontare la storia del suo protagonista come una parabola religiosa. Un avvertimento a tutti quelli che pensano di tradire la propria natura per il miraggio di una vita migliore. È stato un grande divertimento osservare nella realtà quelli che sarebbero poi diventati i miei protagonisti. Volevo fare un poliziesco realistico ambientato nell’Italia contemporanea, ispirato dall’amore per i film di Kurosawa ed affascinato dai meccanismi tensivi di Hitchcock. Poi, durante uno dei primi giorni di riprese, tutto è cambiato ed il film è diventato mio. Ho finalmente realizzato che avevo scritto un film su mio padre. Quella familiarità che sentivo nei racconti degli agenti che non si sentivano ripagati per i sacrifici fatti, la delusione di andare in pensione da sconfitti, la burocrazia statale che spesso premia solo i più furbi, erano la ripetizione degli stessi dolorosi sfoghi che avevo assorbito da mio padre negli anni della mia adolescenza. Questo film è un omaggio a tutte le persone che ambiscono ad essere persone per bene, come Franco Amore, come mio padre.» (Andrea Di Stefano)
«Notturno, ruvido, nervoso. L’ultima notte di Amore (…) sa bene a quali modelli rifarsi e soprattutto sa come gestire il suo racconto, con le immagini, il movimento, le traiettorie delle persone e dei pensieri, con le parole. Cinema di genere, quello che propone Andrea di Stefano, regista e pure sceneggiatore, qui non attore, che per la prima volta firma una regia in Italia (…). Dura due ore, L’ultima notte di Amore. E a ben vedere, difficile dire che ci sia un minuto di troppo, una scena slabbrata, un dialogo portato avanti troppo per le lunghe. Andrea di Stefano sa sempre quando è il momento di tagliare, sa sempre dove sia giusto posare lo sguardo e, cosa ancora più importante, sa sempre quando è arrivato il momento di distoglierlo, questo sguardo, di deviare, di distrarre. (…) Luci, sguardi, movimenti di macchina, montaggio. Denaro, amore, amicizia. Onore. Funziona. Cinema ambizioso, cinema di genere. Solido e mai ruffiano, che mescola dinamiche esplosive, traiettorie balistiche, sentimenti umani e potenti. Mancava, in Italia, da un po’.» (Federico Gironi, comingsoon.it)