
Madre
마더
un film di Bong Joon Ho
con Kim Hye-Ja, Won Bin, Jin Goo, Moon Hee-ra, Yoon Je-Moon,
Jeon Mi-Sun, Chun Woo-Hee, Jo Kyung-Sook
sceneggiatura: Park Eun-kyo Bong Joon-ho ● fotografia: Hong Kyung-pyo
montaggio: Moon Sae-kyung ● musiche: Lee Byeong-woo
produzione: Magnolia Pictures
distribuzione: P.F.A. Films, EMME CINEMATOGRAFICA
Corea del sud, 2009 ● 128 minuti
v. doppiata in italiano
2010, Asian Film Awards, miglior attrice, film e sceneggiatura
Blue Dragon Awards, miglior film. miglior attore protagonista

Girato da Bong Joon-ho oltre dieci anni fa, arriva anche in Italia il film più hitchcockiano mai realizzata dal regista sudcoreano. Un viaggio allucinante nella psiche di una madre e della feroce lotta che è costretta a condurre.
Una vedova alleva il suo unico figlio Do-joon che è la sua unica ragione d’essere. Il giovane è un po’ semplice e talvolta agisce in modo così ingenuo da diventare pericoloso. Un giorno, una ragazza viene trovata morta e Do-joon viene accusato dell’omicidio. Per salvare suo figlio, la madre muove cielo e terra, ma l’incompetente avvocato che ha scelto fa poco per aiutarla e la polizia ha rapidamente chiuso il caso. Affidandosi solo al suo istinto materno, non fidandosi di nessuno, la madre stessa va alla ricerca dell’assassino, pronta a tutto per provare l’innocenza del figlio.
«Innumerevoli romanzi, film e programmi televisivi si sono avvicinati alla figura materna, ma io volevo esplorarla in un modo che fosse mio peculiare, funzionale a scoprire dove potevo portarla a livello cinematografico, per poi spingerla fino all’estremo. Volevo fare un film che scavasse in profondità, in ciò che è caldo e potente, come il cuore di una palla di fuoco. In questo senso, la mamma è una sfida cinematografica per me, perché nei miei film precedenti erano tutte storie che tendevano a estendersi: se un caso di omicidio mi ha portato a parlare degli anni ’80 e della Corea, e l’apparizione di un mostro , mi ha spinto a parlare di una famiglia, della società coreana e degli Stati Uniti, la mamma è, al contrario, un film dove tutte le forze convergono verso il cuore delle cose. Avere a che fare con la figura materna è un déjà vu ma vedo questo film come un nuovo approccio e spero che venga percepito anche dagli spettatori, come qualcosa di familiare ma estraneo.» (Bong Joon Ho)
«Thriller concepito appositamente per la straordinaria Kim Hye-ja Madre è quasi un monumento alla bravura della sua interprete. (…) Minuta ma combattiva e feroce, Kim Hye-ja incarna il suo personaggio come se fosse l’ultima donna sopravvissuta sulla Terra. Una anti-Medea, frenetica e squattrinata. (…) Labirintico e ingannevole, Madre è un chiaro tributo al maestro del brivido. Come dichiarato già molte volte da Bong Joon-ho, il regista di Caccia al ladro è uno dei riferimenti fondamentali nel suo cinema. Madre è però forse il film più hitchcockiano mai realizzato da Bong, (…) per la sua natura profondamente legata alla soluzione di un mistero che si cela dentro ai margini dell’inquadratura. E soprattutto per la scelta di una protagonista al femminile come motore delle dinamiche “gialle” della narrazione. Ma il tocco più da Sir Alfred di tutti è certamente quello di utilizzare Kim Hye-ja. Sebbene l’attrice possa non essere immediatamente riconoscibile per gli spettatori non asiatici, la sua immagine è legata a film e fiction dove quasi sempre interpretava il prototipo di moglie e madre coreana perfetta. (…) E vederla pagare un piccolo criminale affinché picchi a sangue due ragazzini, mentre lei fuma disinvolta una sigaretta, è certamente un ribaltamento di ruolo degno del miglior Hitchcock. Come quando il regista inglese, ai tempi di Psyco, fece interpretare all’immacolata Janet Leigh una cleptomane senza troppi scrupoli.» (Cecilia Ermini, iodonna.it)