MAIGRET

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MAIGRET

un film di Patrice Leconte
con Gérard Depardieu, Jade Labeste, Mélanie Bernier, Aurore Clément, André Wilms
sceneggiatura: Patrice Leconte ● fotografia: Yves Angelo
montaggio: Joëlle Hache ● musiche: Bruno Coulais
produzione: Ciné
distribuzione: Adler Entertainment
Francia, 2022 ● 89 minuti

v. doppiata in italiano

Il nuovo adattamento di un romanzo di Simenon è ispirato liberamente a “Maigret e la giovane morta”. Una nuova storia e un nuovo commissario, incarnato da uno splendido Depardieu, pieno di incertezze e che procede a tentoni. Umile e umano, non giudica e non condanna perché conosce bene l’umanità e la sua fallibilità.

Maigret indaga sulla morte di una giovane ragazza. Non c’è niente che la identifichi, nessuno sembra conoscerla o ricordarla. Durante le indagini Maigret incontra una delinquente, che somiglia stranamente alla vittima, e risveglia in lui il ricordo di un’altra scomparsa, più antica e più intima.

«Avevo una nonna materna che mi teneva a casa sua quando i genitori partivano. Lei era una grande appassionata di Maigret e, quando li terminava di leggere, mi passava i suoi libri. Adoravo tutto di quei romanzi, in particolare le descrizioni, però la consideravo una lettura facile, pensavo fossero altri gli scritti di un certo peso. Ma quando arrivai all’ultimo anno di liceo, il mio prof di filosofia ci raccontò che, nonostante i grandi nomi che avremmo affrontato in classe, il più grande filosofo della storia per lui era Simenon. Da quel momento ho continuato a leggere Maigret e i suoi cosiddetti “romanzi duri”. Questo tipo di lettura non mi hai mai abbandonato, finché, un giorno, mi è venuta voglia di adattarlo, dandogli un peso dal punto di vista cinematografico e non seriale.» (Patrice Leconte)

«Com’è strano, com’è diverso, il Maigret di Depardieu e Leconte. Com’è malinconico, stanco, intristito. E però, pur così diverso, Maigret è sempre Maigret: nei suoi modi, nell’intelligenza, nella sua umanità. L’identità del commissario e le atmosfere di Simenon sono riprodotte e rispettate, senza mai dimenticare le esigenze di autonomia del cinema e degli autori di questa nuova storia, tutta sulle spalle di un immenso Depardieu, che si cala nella parte con una grazia che fa quasi a pugni con la fisicità massiccia. Sul finale del film, di questo bel film che ha, anche lui, i modi e i tempi di una volta, Maigret sembra ringalluzzirsi un po’, riprende in bocca la pipa, abbozza perfino qualche sorriso. Perché risolve il suo caso, certo, ma perché è riuscito in quel che gli stava più a cuore: fare del bene.» (Federico Gironi, comingsoon.it)