
Mamma Roma
un film di Pier Paolo Pasolini
con Anna Magnani, Ettore Garofalo, Franco Citti
sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini in collaborazione con Sergio Citti
fotografia: Tonino Delli Colli ● montaggio: Nino Baragli
produzione: Arco Film
distribuzione: Cineteca di Bologna
Italia, 1962 ● 102 minuti
v.o. in italiano

Nell’opera letteraria di Pasolini, le madri sono spesso ferali divinità incombenti sul destino dei figli. Non fa eccezione Mamma Roma. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un paese che sta perdendo e corrompendo i suoi caratteri originari.
Mamma Roma, una prostituta non più giovane, in seguito al matrimonio del suo protettore Carmine, con una contadina, decide di abbandonare il mestiere. Desiderosa di cominciare una nuova vita insieme a suo figlio Ettore, cresciuto in campagna, compra una casa alla periferia di Roma e si aggiudica un banco al mercato rionale. Per Ettore, però, lei non è altro che un’estranea e a nulla valgono i suoi sforzi per garantirgli un lavoro e un avvenire sicuro. Mentre Carmine la spinge di nuovo sul marciapiede, minacciandola di raccontare la verità a Ettore, questi, che è venuto a sapere da tempo del passato di sua madre, lascia il lavoro per dedicarsi a piccoli furti con conseguenze che si riveleranno fatali per tutta la famiglia.
«All’inizio Anna non era contenta, si era andata a lamentare con Bini: ‘Pier Paolo mi interrompe sempre Io ho bisogno di caricarmi un poco alla volta ma lui non sente ragioni e continua a fare di testa sua’. Sembra che alla fine Pasolini l’abbia convinta: ‘Anna, tu sei una grande attrice, che te ne fai delle scene lunghe? Non hai bisogno degli effetti, basta inquadrare il tuo viso e il risultato è raggiunto!’» (Carlo di Carlo, La lavorazione di Mamma Roma)
«L’autore ha trovato nella Magnani un’interprete perfetta nel disegnare una vitale donna del sottoproletariato che porta con sé il fardello del peccato originale secondo l’ideologia borghese, quello della povertà da cui è impossibile redimersi e quello dell’illusione dell’integrazione perseguita attraverso l’individualismo. […] Pasolini provoca lo spettatore adottando lo stesso sguardo amorevole e inflessibile di Mamma Roma, lo ferisce a morte quando denuncia la stratificazione in classi come un inferno immobile che promette il dinamismo: l’uomo sociale paga le colpe dei propri genitori come il cristiano s’addossa da sempre quelle di Adamo ed Eva.» (Niccolò Rangoni Machiavelli, gli spietati)