Moulin Rouge!

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Moulin Rouge!

un film di Baz Luhrmann
con Nicole Kidman, Ewan McGregor, John Leguizamo, Jim Broadbent, Richard Roxburgh
Kylie Minogue, Natalie Jackson Mendoza, Christine Anu, David Wenham, Garry McDonald
Kerry Walker, Jacek Koman, Caroline O’Connor, Matthew Whittet, Lara Mulchay, Deobia Oparei
Sceneggiatura: Baz Luhrmann, Craig Pearce ● Fotografia: Donald M. McAlpine
Montaggio: Jill Bilcock ● Musiche: Craig Armstrong, Marius De Vries, Steve Hitchcock
Produzione: Bazmark Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Australia, 2001 ● 120 minuti

v. doppiata italiano

2002, Academy Awards, Migliore scenografia, Migliori costumi
Golden Globes, Miglior film commedia o musicale, Miglior attrice in un film commedia o musicale,
Miglior colonna sonora ● BAFTA, Miglior attore non protagonista, Miglior sonoro, Miglior colonna sonora

Luhrmann dopo Ballroom e Romeo + Juliet continua nel proprio percorso di originale contaminazione di generi. Questa volta immerge la storia in una scenografia iperartefatta e kitch. Ma fa di più: gioca con l’abilità (e le voci) di Nicole Kidman e di Ewan McGregor per mescolare stili e generi musicali.

Parigi. 1899. Satine è la star del Moulin Rouge, la cortigiana più desiderata ma anche pronta a vendere i propri favori al miglior offerente. Finché un giorno arriva da fuori il giovane e timido scrittore Christian che si innamora, corriposto, di lei. Ma, c’è un “ma”. Interessato a Satine è anche un ricchissimo conte che è pronto, pur di averla in esclusiva, a farla diventare un’attrice e ad assumersi il carico delle spese per un rinnovo totale del locale. In agguato, poi, c’è il “mal sottile”: la tubercolosi.

«Il mondo è già troppo pieno di cinici, spero che Moulin Rouge riesca a “togliere il tappeto” sotto i loro piedi e allontanarli dal loro meccanismo di protezione. I non cinici hanno già trovato il modo e hanno capito che raccontare e raccontarsi storie apre all’empatia e al contratto verso gli altri» (Baz Luhrmann)

«Appoggiato a una storia d’amore, è un prorompente pastiche che apre il XXI secolo, raccontando la fine del XIX e riassumendo il XX. Superfluo far l’elenco di miti, citazioni, rimandi, riciclaggi, contaminazioni, anacronismi (da Méliès a Ophüls, dal can-can e Satie ai Beatles e David Bowie), scatole cinesi scenografiche, superfici, fibrillazioni. Tutto calcolatissimo, molto sembra improvvisato. Scritto dal regista produttore con Craig Pearce; fotografia: Donald M. McAlpine; scene di Catherine Martin e Brigitte Broch, costumi della stessa Martin con Angus Strathie, entrambi premiate con l’Oscar. Kidman in stato di grazia.» (ilMorandini)