One life

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One life

un film di James Hawes
con Anthony Hopkins, Helena Bonham Carter, Romola Garai, Jonathan Pryce,
Lena Olin, Johnny Flynn, Adrian Rawlins, Alex Sharp, Marthe Keller,
Samantha Spiro, Samuel Finzi, Ffion Jolly
sceneggiatura: Lucinda Coxon, Nick Drake ● fotografia: Zac Nicholson
montaggio: Lucia Zucchetti ● musiche: Volker Bertelmann
produzione: See-Saw Films, MBK Productions
distribuzione: Wildside, Vision Distribution
Stati Uniti, 2023 ● 110 minuti

v. doppiata in italiano

2023, Festa del cinema di Roma: Alice nella città
Toronto IFF

Opera prima del regista televisivo britannico, il film racconta la storia vera di Nicholas Winton, una vicenda simile a quella di Oscar Schindler immortalata da Spielberg, ma in un altro contesto e con un epilogo tutto suo. Un film necessario e sostenuto da un grande cast.

La storia vera di Sir Nicholas “Nicky” Winton, un giovane broker londinese che nei mesi precedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale salvò 669 bambini profughi da morte certa. Nicky si reca Praga nel dicembre del 1938, e trova migliaia di famiglie fuggite dalla Germania e dall’ Austria, in condizioni disperate, con poco o nessun riparo e cibo, e sotto la costante minaccia dell’invasione nazista. Si rende subito conto che la sua è una corsa contro il tempo, ma capisce immediatamente cosa deve fare: salvare quanti più bambini possibile prima che le frontiere si chiudano definitivamente. Cinquant’anni dopo, nel 1988, Nicky vive ancora nel ricordo della triste sorte di quei bambini che non ha potuto portare in salvo in Inghilterra, incolpandosi sempre di non essere stato in grado di aver fatto di più. Ma il destino gli riserva un incontro inaspettato. Un programma televisivo della BBC, “That’s Life!”, racconta la sua incredibile vicenda, con una sorpresa che lo lascerà senza parole. Dopo ben cinque decenni un evento inaspettato lo porterà finalmente a confrontarsi con il suo senso di colpa e a riappacificarsi con il passato e con sé stesso.

«Penso che i vari governi debbano guardare a ciò che Sir Nicholas Winton ha fatto anni fa. Dobbiamo ridefinire il significato di rifugiato. Abbiamo questa immagine, di solito spinta dalla stampa e dai politici di destra, di persone povere, pericolose, che vogliono solo derubarci. Ma questa non è la verità. L’America e la Gran Bretagna sono composti da rifugiati. Veniamo da tutto il mondo. La famiglia di Nicky non era britannica. Erano loro stessi rifugiati. Ora raccontiamo questa storia con orgoglio.
Ne parliamo come un film e un esempio di generosità britannica che ha messo le sue radici in Europa grazie ad altri rifugiati. È estremamente importante pensare in modo diverso, cambiare i nostri sistemi. I muri saranno sempre attraversati e infranti. Basta pensare al muro di Berlino o a quello al confine tra Stati Uniti e Messico. Su YouTube ci sono video che ritraggono decine di persone che lo scalano o ci passano sotto. Dobbiamo cambiare il modo in cui la politica si occupa di ricchi e poveri di questo mondo.» (James Hawes)

«Chi salva una vita, salva il mondo. È questo che si dice dei “giusti dell’umanità”, ovvero coloro che hanno messo a rischio sé stessi per aiutare gli ebrei durante il periodo nazista, salvandoli dallo sterminio. Anche una sola vita conta. È questo che il film sottolinea, ma è ciò che il suo protagonista sembra non vedere. Nicky appare invece ossessionato dal non aver fatto abbastanza. Quasi se ne vergogna. Il senso di colpa che, paradossalmente, si porta dietro, è quello che gli impedisce anche di fare pace col suo passato. Il regista si interessa a questo conflitto interiore, che Anthony Hopkins è abile nel rendere con aderenza e misura, senza eccessi, ma attraverso tante piccole sfumature, che assieme compongono un quadro intenso, dalla valenza profonda. Fragilità e forza coesistono in questo personaggio, così come non si rinuncia a qualche piccolo tocco di sobrio humour inglese.ù.» (Scilla Santori, Cinefilos)