
PINO
un film di Francesco Lettieri
con Pino Daniele, Eric Clapton, Renato Zero, Fiorella Mannoia e Zucchero
sceneggiatura: Francesco Lettieri, Federico Vacalebre
fotografia: Salvatore Landi ● montaggio: Mauro Rodella
musiche: Pino Daniele
produzione: Groenlandia, Lucky Red, Tartare Film
distribuzione: Lucky Red
Italia, 2025 ● 91 minuti
v.o. italiano

con la sua ultima opera Francesco Lettieri realizza un ritratto intimo ed emozionante della leggendaria figura di Pino Daniele, un’immersione vera e propria nella vita dell’artista napoletano che tra voci di figure a lui vicine, concerti, videoclip e riprese realizzate dallo stesso artista, ci restituisce le radici di una produzione musicale straordinaria.
Pino Daniele è stato tante cose. Un cantautore, una rockstar, un’icona pop, ma anche un compagno di banco, un amico sincero, un marito, un padre, un napoletano certo, ma innamorato della Toscana, di Roma e di Milano. Un concentrato di italianità che però fuggiva gli stereotipi e cercava ossigeno nei musicisti di tutto il mondo. Questo documentario è il tentativo di raccontare tutto questo, partendo dalla sua musica, dalle sue canzoni, dai suoi esperimenti, fino ad arrivare a un inedito nascosto.
«Sono partito dal fatto che già ci sono dei film su Pino Daniele e ne è uscito anche uno recentemente quindi il mio primo punto era proprio quello di raccontare un Pino diverso, non solo il musicista ma l’essere umano. La sua vita, per sommi capi, si conosce, i suoi fan la conoscono molto bene ma il Pino uomo invece no, perché lui è stato una persona molto riservata, anche nelle interviste si è sempre sbottonato poco. Amava molto parlare della sua musica mentre invece la sua vita privata l’ha sempre tenuta da parte. Non è che io volessi fare del gossip ma ho voluto raccontare quelle che sono state le cose alla base della sua musica.» (Francesco Lettieri)
«Lettieri conduce in un viaggio emozionante attraverso i luoghi che hanno segnato la vita di Pino Daniele, a partire dalla casa d’infanzia. Grazie a riprese realizzate dallo stesso artista, ci immergiamo nei suoi ricordi più intimi, conoscendolo nella sua autenticità e osservando dolci e simpatici frammenti di vita familiare che catturano subito il pubblico, rivelando il suo spirito unico. (…) La musica diventa così il fulcro del documentario, l’elemento che racconta più di ogni altra cosa l’essenza dell’artista. In questo contesto il vero culmine della narrazione è il ritrovamento di un inedito nascosto, quello del celebre concerto del 1981 a Napoli.» (Ester Guidobaldi, Sentieri selvaggi)