Quo vado?

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QUO VADO?

un film di Gennaro Nunziante
con Luca Medici (Checco Zalone), Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli
Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Azzurra Martino, Lino Banfi
sceneggiatura: Luca Medici (Checco Zalone), Gennaro Nunziante ● fotografia: Vittorio Omodei Zorini
montaggio: Pietro Morana ● musiche: Luca Medici (Checco Zalone)
produzione: Taodue Film
distribuzione: Medusa Film
Italia, 2016 ● 85 minuti

v.o. in italiano

In Quo Vado? Zalone racconta, con innata istintività e la giusta dose di smaliziata furbizia, come siamo: un po’ tronfi e un po’ patetici, figli di una cultura e di un mondo che ci hanno viziato e che sono svaniti sotto il nostro naso, alle prese con le ambasce dell’adeguamento ma sufficientemente resilienti per tirare avanti e cavare comunque il meglio dalle situazioni.

Checco è ragazzo che ha realizzato tutti i sogni della sua vita. Voleva vivere con i suoi genitori evitando così una costosa indipendenza e c’è riuscito, voleva essere eternamente fidanzato senza mai affrontare le responsabilità di un matrimonio con relativi figli e ce l’ha fatta, ma soprattutto, sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere il massimo: un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Con questa meravigliosa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia. Il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo  di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa.

«L’attuale mondo del lavoro mostra le sue fredde complessità a un Paese che fa ancora richiesta di modelli assistenzialistici. Specchio delle difficoltà di concepire il nuovo senso di occupazione si avverte in frasi tipo “mio figlio è stato costretto ad andare a lavorare all’estero”. In quel “costretto” si annida tutta l’impossibile comprensione del presente. Stessa cosa vale per gli imprenditori, “lo Stato faccia qualcosa” invece che la ricerca d’invenzioni e creatività interessanti. È il racconto di un tempo in bilico tra certezza e incertezza, dove Checco, figlio di quella mentalità assistenzialista, deve “provarsi a vivere”.» (Gennaro Nunziante)

«Commedia vera, scritta con il pieno rispetto dei tempi cinematografici, messa in scena con la perizia che si conviene a un’opera destinata al grande schermo, montata con tutta una serie di trovate originali e perfettamente congeniali alla riuscita della sua forza comica. (…) è prima di tutto una bella commedia, un film divertente, che funziona bene nei suoi snodi, semplici ma non elementari. È una piccola opera comica che, senza esagerare in ambizioni, prova a volare più in alto della scarsa media italiana e prova ad allargare l’orizzonte di una banale satira a buon mercato. Zalone è in fondo un anarchico che deve trovare il coraggio per liberarsi definitivamente dalle catene del marketing e delle indagini di gradimento in cui i suoi produttori lo vogliono costringere. (…) Checco è pronto ad ergersi a vero paladino della risata nostrana. Una risata esaltante, purificatrice e senza trucchi.» (Giancarlo Usai, Ondacinema.it)