SICCITÀ

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Siccità

un film di Paolo Virzì
con Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti,
Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi
sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Giordano, Francesco Piccolo, Paolo Virzì
fotografia: Luca Bigazzi ● montaggio: Jacopo Quadri
musiche: Franco Piersanti
produzione: Wildside
distribuzione: Vision Distribution
Italia, 2022 ● 125 minuti

v.o. in italiano

2022 Festival di Venezia: fuori concorso
Soundtrack Stars Award 2022: miglior colonna sonora

Virzì torna alla commedia corale con una viaggio mentale e geografico nel cuore di Roma, cronaca-bilancio di due anni di confinamento.

A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. nella città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi, giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. le loro esistenze sono legate in un unico disegno, mentre ognuno cerca la propria redenzione.

«Nel momento in cui le strade delle nostre città erano deserte, ed eravamo chiusi ciascuno a casa propria, connessi l’uno all’altro solo attraverso degli schermi, ci è venuto naturale guardare avanti, interrogandoci su quello che sarebbe stata la nostra vita dopo. Abbiamo iniziato a fantasticare su un film ambientato tra qualche anno, in un futuro non così distante dal presente. Immaginando alcuni racconti da far procedere ciascuno autonomamente, secondo la tecnica del film corale, che man mano scopriamo esser legati l’uno all’altro in un intreccio più grande. Una galleria di personaggi ugualmente innocenti e colpevoli, un’umanità spaventata, affannata, afflitta dall’aridità delle relazioni, malata di vanità, mitomania, rabbia, che attraversa una città dal passato glorioso come Roma, che si sta sgretolando e “muore di sete e di sonno”. Una visione che può sembrare un’allegoria catastrofica, dove anche l’ironia è nerissima, ma attraversata da un sentimento di tenerezza e compassione, da lampi di batticuore e speranza di salvezza.» (Paolo Virzì)

«Siccità fa un viaggio mentale e geografico nel cuore della capitale, decostruendo la “cartolina postale” (monumenti e case di Roma) attraverso gli occhi dei suoi protagonisti e dentro la fotografia densa e ‘irrespirabile’ di Luca Bigazzi. Virzì filma un’altra Roma, i suoi margini e le sue periferie, non è il primo a farlo certo ma riesce a catturarla nel suo pulsare, ad afferrare il suo corpo vivente ma anchilosato, guasto, un corpo arenato che respira faticosamente con le sue arterie affaticate e il suo fiume in secca. Virzì si fa carico dei sopravvissuti e apre un altro capitolo, di ordine psicologico, dove la ricostruzione (mentale) passa per la riconnessione con gli altri. Poi la pioggia scende e la vita riprende. Nel bene e nel male.» (Marzia Gandolfi, mymovies.it)