Sorry we missed you

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SORRY WE MISSED YOU

un film di Ken Loach
con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Harriet Ghost
sceneggiatura: Paul Laverty ● fotografia: Robbie Ryan
montaggio: Jonathan Morris ● musiche: George Fenton
produzione: Sixteen Films
distribuzione: Lucky Red
Inghilterra, Francia, Belgio, 2019 ● 101 minuti

v. doppiata in italiano

2019, San Sebastian FF: premio del pubblico per il miglior film europeo
Chicago IFF: miglior attrice Debbie Honeywood

Al ventiseiesimo film la forza narrativa e empatica di Ken Loach non perde un briciolo della sua foga e intesse un nuovo, sentito racconto di ordinaria lotta quotidiana. Il cinema sociale e “popolare” nella sua dimensione più genuina e necessaria.

Ricky, Abby e i loro due figli, l’undicenne Liza Jane e il liceale Sebastian, vivono a Newcastle e sono una famiglia unita. Ricky è stato occupato in diversi mestieri mentre Abby fa assistenza domiciliare a persone anziane e disabili. Nonostante lavorino duro entrambi si rendono conto che non potranno mai avere una casa di loro proprietà. Giunge allora quella che Ricky vede come l’occasione per realizzare i sogni familiari. Se Abby vende la sua auto sarà possibile acquistare un furgone che permetta a lui di diventare un trasportatore freelance con un sensibile incremento nei guadagni. Non tutto però è come sembra.

«Quando ero giovane la vita era fatta di tappe, dopo lo studio si cercava un lavoro, poi si metteva su famiglia. Oggi non è più così, è subentrata l’insicurezza, i contratti sono sempre più precari, le persone devono lottare per sopravvivere, a volte è necessario inventarsi un lavoro che non c’è prendendo rischi come piccoli imprenditori anche se non sei davvero in proprio e il tuo datore di lavoro non ha nessun rischio. Quello che volevo fare col mio film era mostrare come questa situazione si rifletta sulla vita familiare» (Ken Loach)

«Lo stile di Ken Loach non arretra di un centimetro neanche in Sorry we missed you, anzi continua ad asserire forte e chiaro cosa significa l’alienazione umana e quanto subdolamente si intrufola nelle vite di ognuno. Il bisogno costante e continuo di lavorare, di compiere azioni e di confrontarsi con i modelli imposti fa in modo che resti ben poco della solidarietà fraterna e che il risultato a cui si tende con tanta forza, una volta raggiunto, mostri il suo lato peggiore. Ken Loach persiste nel raccontare il mondo contemporaneo attraverso storie comuni di persone e famiglie altrettanto comuni, partendo dall’ambiente della periferia inglese, la quale continua ad avere un luogo di riguardo nel cinema contemporaneo proprio grazie soprattutto alla sua filmografia.» (Teresa Nannucci, Cinematographe.it)