STRANIZZA D’AMURI

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STRANIZZA D’AMURI

un film di Giuseppe Fiorello
con Gabriele Pizzurro, Samuele Segreto, Fabrizia Sacchi, Simona Malato
sceneggiatura: Andrea Cedrola, Giuseppe Fiorello, Carlo Salsa ● fotografia: Ramiro Civita
montaggio: Federica Forcesi ● musiche: Giovanni Caccamo, Leonardo Milani
produzione: Fenix Entertainment
distribuzione: BIM
Italia, 2023 ● 130 minuti

v.o. in italiano

L’esordio alla regia di Beppe Fiorello ci porta in una Sicilia alla fine degli anni di piombo, tra il successo dei Mondiali di calcio e il “secondo miracolo economico”. Ci racconta di un mondo arretrato, patriarcale e feroce partendo da un fatto di cronaca, archiviato come omicidio-suicidio, che scatena un’onda di indignazione che porterà alla creazione del primo collettivo del Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano) della Sicilia Orientale, da cui nascerà poi l’Arcigay.

Giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare.

«Era una storia che mi girava in testa da così tanti anni che alla fine ho preso coraggio e l’ho fatto. (…) Sono sempre stato attratto delle piccole grandi storie, dagli eroi sconosciuti quotidiani. Gli atti eroici vengono sempre dai luoghi e dalle persone più ai margini. Ma quando ho letto quell’articolo mi sono subito immaginato regista. Volevo stare al fianco di questi due ragazzini. Mi sono rivisto in loro, perché anche io sono stato adolescente nella Sicilia degli anni Ottanta. Erano anni terribili, delle lupare bianche, in cui potevi scomparire nel nulla perché avevi pestato i piedi al delinquentello del paese, perché avevi visto qualcosa che non dovevi vedere, o perché appunto amavi una persona del tuo stesso sesso» (Giuseppe Fiorello)

«All’origine di Stranizza d’amuri c’è il delitto di Giarre, duplice omicidio avvenuto nel 1980 in provincia di Catania. Le vittime erano due fidanzati, il venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola detto Toni di dieci anni più giovane, da tutti soprannominati “ziti” in senso dispregiativo: scomparsi da casa due settimane prima, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola ciascuno alla testa. (…) È un preambolo necessario per capire la vocazione civile che sottende l’esordio alla regia di Beppe Fiorello, che questa storia l’ha rincorsa per anni prima di vederla sul grande schermo. (…) Ma non c’è l’elemento crime: manca l’approccio investigativo perché, come dichiara il titolo tratto dalla canzone di Franco Battiato, l’opera prima di Fiorello è soprattutto una storia d’amore. Di iniziazione all’amore, perché forse i due adolescenti protagonisti non sanno nemmeno cosa sia quel sentimento che stanno scoprendo semplicemente vivendolo. (…) L’intento è manifesto: partire da una vicenda ai più oscura non per cercare i colpevoli o ricostruire gli eventi ma per raccontare uno spaccato sociale preciso (…) e restituire dignità e centralità alla memoria di due vittime che avevano la sola colpa di amarsi.» (Lorenzo Ciofani, cinematografo.it)