The Quiet Girl

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The Quiet Girl

regia di Colm Bairéad
con Catherine Clinch, Carrie Crowley, Andrew Bennett, Michael Patric
sceneggiatura: Colm Bairéad ● fotografia: Kate McCullough
montaggio: John Murphy ● musiche: Stephen Rennicks
produzione: Inscéal
distribuzione: Officine UBU
Irlanda, 2022 ● 94 minuti

v. doppiata in italiano

2023 Oscar Awards: nomination come “miglior film internazionale”

Candidato agli Oscar 2023 come “miglior film internazionale”, il film di Colm Bairéad riguarda all’Irlanda del 1981 per esplorare i temi della famiglia disfunzionale e dei malesseri di una ragazzina alla scoperta del dolore e dell’amore, dell’incompresione e della guarigione dei traumi. Sensibile e profondo quanto la straordinaria protagonista Catherine Clinch nel ruolo di Càit.

Cáit è una bambina di 9 anni proveniente da una famiglia sovraffollata, disfunzionale e impoverita. Lottando silenziosamente a scuola e a casa, ha imparato a nascondersi davanti agli occhi di coloro che la circondano. Con l’arrivo dell’estate e l’avvicinarsi del termine dell’ennesima gravidanza della madre, i genitori decidono di mandare Cáit a vivere da parenti lontani. Senza sapere quando tornerà a casa, la bambina viene lasciata a casa di questi estranei con solo l’abito che indossa. I Kinsella, una coppia di mezza età che Cáit non ha mai incontrato prima, vestono la bambina con vestiti che tengono con cura in un armadio e mostrano verso di lei una grande premura e attenzione. Sono persone di campagna, la stessa realtà da cui proviene Cáit, ma lavorano sodo e conducono una vita dignitosa. Nonostante una calorosa accoglienza da parte della donna, Eibhlín, l’uomo di casa, Seán, mantiene le distanze da Cáit e lei da lui, ma con il tempo la loro relazione, inizialmente difficile, a poco a poco si distende. Giorno dopo giorno, sotto la cura dei Kinsella, Cáit fiorisce e non si sente più invisibile agli occhi degli altri. Ma in questa casa dove cresce l’affetto e non dovrebbero esserci segreti, ne scopre uno.

«È una storia d’amore. Riguarda le relazioni nella prima infanzia che ci formano, ci forgiano e ci sostengono. Il tema del sostentamento è molto importante. Si tratta di crescita emotiva e fisica. In questo contesto, ho voluto concentrarmi sul cibo, per farne un elemento di spicco, perché diventasse metafora di tale crescita. Quando arriva alla famiglia affidataria, improvvisamente ha cibo in abbondanza, a differenza di prima. Inoltre, “Foster” in irlandese significa “cibo, nutrizione”. C’è una sfortunata verità: non è sempre con la tua famiglia biologica che trovi la felicità» (Colm Bairéad)

«All’interno di un piccolo dramma psicologico (che ne nasconde alle spalle altri molto più tremendi), colpisce la sicurezza mai corriva con cui l’autore, mentre disegna a punta fine gli aspetti più crudi di caratteri e relazioni tossiche (con battute sospese, inquadrature di volti e gesti, brevi dialoghi rivelatori), orchestra una “liberazione sentimentale” progressiva, lirica, in una corsa verso l’espressività e la consapevolezza. Comunicare tacendo è una gran dote» (Massimo Lastrucci, cineforum.it)