
THE ROCKY HORROR PICTURES SHOW
un film di Jim Sharman
con Tim Curry, Susan Sarandon, Barry Bostwick
sceneggiatura: Jim Sharman, Richard O’Brien ● fotografia: Peter Suschitzky
montaggio: Graeme Clifford ● musiche: Richard O’Brien
produzione: 20th Century Fox
distribuzione: Cineteca di Bologna
Stati Uniti, Gran Bretagna, 1975 ● 100 minuti
v. doppiata in italiano

Intramontabile, con schiere di seguaci che tuttora frequentano mascherati le proiezioni in giro per il mondo. Inno irriverente ai piaceri sessuali (d’ogni gusto e gender), cult assoluto, un’esperienza collettiva, una festa cinematografica che sfida le regole e rompe ogni schema. The Rocky Horror Picture Show non è solo un film: è un rito, una celebrazione dell’eccesso, del kitsch e della libertà di essere. Tra scienziati pazzi, creature danzanti e travestimenti sfavillanti, uno spettacolo d’arte che tiene insieme alieni travestiti e case infestate, tutto sorretto da una poderosa colonna sonora kitsch-rock.
In una notte buia e tempestosa i promessi sposi Brad e Janet, due ragazzi bene della provincia nordamericana, si perdono in un bosco con l’auto in panne e decidono di cercare aiuto presso l’abitazione più vicina, un castello dall’aspetto affatto rassicurante in procinto di ospitare l’Annuale Convegno Transilvano. Una volta dentro, finiscono per diventare ostaggi dell’ambiguo Frank-N-Furter (e del suo stravagante entourage) e scoprono che il dolce travestito è alle prese con un esperimento: dare la vita al bellissimo e muscoloso Rocky Horror per convertirlo nel suo personale giocattolo del sesso.
«Ho sentito molte teorie su perché il pubblico, decenni dopo, resti fanatico nei confronti del film… Non credo che qualcuno possa spiegarlo completamente. Credo che questa sia la parte interessante. Deve esserci qualcosa del DNA del film.» (Jim Sharman)
«The Rocky Horror Picture Show è il film con la permanenza in sala più lunga nella storia del cinema: uscito nel 1975, ancora oggi non è stato ritirato dalla distribuzione, ma continua a essere un fenomeno di culto la cui forza evocativa a livello socioculturale e politico rimane fortissima e necessaria. Quella del Rocky Horror è una storia lunga che, col passare del tempo, è diventata una storia collettiva che comprende milioni di persone nel mondo. Il fatto che ancora oggi sia qualcosa di estremamente attuale e coerente con i tempi che stiamo vivendo fa comprendere la portata visionaria della creatura pensata e realizzata da Richard O’Brien. Una creazione che deriva dalla necessità di dare voce e spazio a una parte della propria identità troppo a lungo rimasta nascosta e soffocata dalle costrizioni sociali. O’Brien, reduce da un laboratorio di recitazione a Londra all’inizio degli anni Settanta, scrive compulsivamente il copione e le canzoni, propone il progetto a Jim Sharman – già regista teatrale di un’opera di successo come Jesus Christ Superstar – e il 16 giugno 1973 al Royal Court Theatre va in scena la prima rappresentazione di uno spettacolo che diventerà mito: un musical all’interno del quale una giovane coppia si ritrova dentro un castello spettrale dove Frank-N-Furter (Tim Curry) e tutti i suoi ospiti intonano canzoni rock e invitano alla liberazione di ogni vincolo sociale e all’accettazione totale del desiderio.» (Francesco Catalano, dal blog cinefiliaritrovata.it)