UNA FIGLIA

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LA VITA DA GRANDI

un film di Ivano De Matteo
con Stefano Accorsi, Ginevra Francesconi, Michela Cescon
sceneggiatura: Valentina Ferlan, Ivano De Matteo ● fotografia: Giuseppe Maio
montaggio: Giuliana Sarli, Ivano De Matteo ● musica: Francesco Cerasi
produzione: Rodeo Drive
distribuzione: 01 Distribution
Italia, 2025 ● 103 minuti

v.o. in italiano

Adattando liberamente il romanzo di Ciro Noja “Qualunque cosa accada”, Ivano De Matteo, già regista de “I nostri ragazzi” e “Mia” prosegue la sua analisi appassionata ed emotiva dei rapporti famigliari.

venerdì 2 Maggio 19:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

venerdì 2 Maggio 21:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

sabato 3 Maggio 17:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

sabato 3 Maggio 21:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

domenica 4 Maggio 17:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

domenica 4 Maggio 19:00 ▪︎ Rho ▪︎︎ cin&città

Pietro è un uomo di mezza età con un grande dolore alle spalle: la morte di sua moglie che lo ha lasciato solo con la loro figlia. Non ha avuto tempo per il dolore perché ha dovuto occuparsi di lei crescendola con amore e dedizione in un rapporto esclusivo, totalizzante, in cui uno curava le ferite dell’altro attraverso le proprie. Quando, dopo qualche anno, proverà a rifarsi una vita con una nuova compagna, non tutto andrà come sognato: la reazione di sua figlia sarà esplosiva e Pietro sarà messo a dura prova. Si ritroverà a lottare tra rabbia e istinto paterno: quanto le può perdonare? Quanto è più forte l’amore della ragione?

«Come può arrivare una ragazza a fare una cosa del genere? Oppure quanto può il carcere servire a una ragazza così giovane? Quante possibilità di reinserimento nella società ci sono? Ma noi cerchiamo sempre di partire dai rapporti interpersonali, in questo caso quello padre-figlia. È la cosa che ci interessa veramente di più, avendo anche dei figli a casa. È un piacere scrivere i dialoghi, chiediamo ai nostri figli: ‘Che cosa dici, come risponderesti qua?’. In questo caso poi siamo dovuti andare molto più sul tecnico, perché ho avuto bisogno di avere un parere tecnico per lavorare in un carcere minorile.» (Ivano De Matteo)

«Il regista romano non giudica, non prende posizione, ma, sottotraccia, lascia intendere che il compito di un genitore debba essere quello di mettere da parte odio e rancore e mostrarsi sempre indulgenti verso i figli che hanno commesso errori o si sono messi nei pasticci. De Matteo non cede al melodramma e alla retorica e, tra le righe, lancia un feroce attacco ai media e ai social che spettacolarizzano il dolore e, di fronte a un delitto, su due piedi, allestiscono condanne e giudizi spietati e velenosi.» (Ignazio Senatore, Taxidrivers.it)