VIALE DEL TRAMONTO
SUNSET BOULEVARD
un film di Billy Wilder
con Gloria Swanson, William Holden, Erich Von Stroheim, Nancy Olson
sceneggiatura: Billy Wilder, Charles Brackett, D.M. Marshman Jr. ● fotografia: John F. Seitz
montaggio: Arthur P. Schmidt ● musiche: Franz Waxman
produzione: Paramount Pictures
distribuzione: Cineteca di Bologna
Stati Uniti, 1950 ● 110 minuti
v.o. inglese con sottotitoli in italiano
1951 premi Oscar: miglior sceneggiatura, scenografia e colonna sonora

Joe Gillis, sceneggiatore di Hollywood, è in un momento di difficoltà professionale. Per sfuggire agli esattori (non sta pagando le rate della macchina) capita in una vecchia casa che sembra abbandonata, ma non lo è. L’abita Norma Desmond, vecchia gloria del muto. Joe accetta di rivedere un terribile copione che la diva sta scrivendo, sognando un clamoroso ritorno sul set. L’atmosfera della casa è nera, buia, quasi mortale. La diva proietta continuamente suoi vecchi film, gli ospiti sono mummie sopravvissute. Figura rilevante è il domestico von Mayerling, dal passato misterioso. La donna finisce per innamorarsi del giovane, a sua volta innamorato di una sua collega coetanea. Gillis per un po’ accetta la situazione del mantenuto, poi cede.
«Questo film è stato un caso ideale di fortuna in cui tutte le cose sono andate al posto giusto. Volevo girare negli studi Paramount e ce li hanno concessi. Avevo bisogno di Cecile B. De Mille perché interpretasse se stesso e lo ha fatto. Avevamo bisogno di qualcuno che interpretasse questo vecchio regista che ha fatto un film con la Swanson… lo abbiamo trovato e abbiamo trovato quel film, “Queen Kelly”. (…) Quando ho incontrato Eric Von Stroheim, per metterlo a suo agio, gli ho detto: “Chi l’avrebbe pensato che il piccolo Billy Wilder avrebbe un giorno diretto il grande Von Stroheim! Il problema, Eric, è che sei sempre stato avanti di 10 anni rispetto agli altri!”. Lui rispose lapidario: “Dieci? Almeno venti anni!”» (Billy Wilder)
«Impreziosito dagli splendidi costumi di Edith Head (che si ispirò al New Look di Dior del 1949), Viale del tramonto vinse nel 1951 tre Oscar per la migliore sceneggiatura, per la migliore scenografia e per le musiche (Franz Waxman) e diventò nel tempo un punto di riferimento per ogni opera di cinema che voleva riflettere su sé stessa e sui perversi meccanismi di autoconservazione e promozione. Attraversato da una ironia macabra che ne stempera i momenti più drammatici, rappresenta il canto del cigno di un mondo in dissolvenza che cerca un’ultima illusione prima di precipitare nell’oblio. Viale del tramonto è in realtà un boulevard of Broken Dreams. Ieri era un altro giorno.» (Fabio Fulfaro, Sentieri Selvaggi)
